Nutraceutici utili a difesa del sistema immunitario: nuovi dati da metanalisi

26 Maggio 2021

Lungi dal rappresentare una cura, in un contesto in cui i vaccini si stanno rivelando un presidio imprescindibile e molti studi sono in corso nel tentativo di individuare terapie specifiche, l’impiego di nutraceutici nella profilassi di Covid-19 continua a suscitare dibattito nella comunità scientifica.

Ecco così che un gruppo di lavoro coordinato da Salvatore Corrao, direttore del dipartimento di Medicina interna presso Arnas Civico Di Cristina Benfratelli di Palermo e composto da Raffaella Mallaci Bocchio (biologa nutrizionista), Marika Lo Monaco (infermiera di ricerca), Giuseppe Natoli (data manager) e Christiano Argano (medico internista) si è preso la briga di esaminare quanto oggi presente in letteratura sull’uso di supporti nutraceutici per controllare aspetti dello stato infiammatorio correlati alla malattia.

Ne abbiamo parlato con uno degli Autori, Raffaella Mallaci Bocchio.

D.ssa Mallaci Bocchio, da quali premesse scaturisce la vostra ricerca?

Con il termine nutraceutico si intende un cibo o parte di esso, come per esempio le vitamine, con effetti benefici sulla salute o su una malattia, inclusa la prevenzione di patologie. Questo argomento è cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni. Il nostro gruppo di ricerca si è mosso spinto da un curioso spirito scientifico per indagare quali fossero le evidenze scientifiche a oggi disponibili. In particolare, ci siamo chiesti se, l'uso di supporti nutraceutici può giocare un ruolo su alcuni aspetti dello stato infiammatorio, rappresentando così una strategia di supporto per controllare gli esiti della pandemia in corso. Come sappiamo, infatti, attivazione piastrinica e coagulativa, infiammazione e risposta immunologica sono i tre meccanismi che hanno un ruolo fondamentale nel definire il decorso della sindrome Covid-19 causata dal coronavirus.

Quali criteri avete seguito per selezionare gli studi della metanalisi?

Abbiamo selezionato, utilizzando una rigorosa metodologia Cochrane, revisioni sistematiche di studi controllati, selezionate per pertinenza rispetto all’obiettivo posto.

Nello specifico il nostro lavoro è un Umbrella review cioè, essenzialmente un singolo documento che include prove da una varietà di revisioni sistematiche e fornisce una panoramica utile e rapida su un determinato argomento.

In pratica è stata eseguita una ricerca bibliografica su PubMed utilizzando stringhe di ricerca specifiche. Dopo una valutazione di pertinenza e qualità sono state selezionate: 250 revisioni su vitamina D, 75 su vitamina C, 39 sulla melatonina e 77 per lo zinco. Alla fine, le metanalisi incluse sono state rispettivamente 9 per la vitamina D, 4 per la C, 2 per la melatonina e 1 per lo zinco.

Ci può raccontare quali indicazioni avete tratto rispettivamente per vitamina D, C, zinco e melatonina?

La vitamina D ha mostrato un'efficacia sulla riduzione della proteina C reattiva, o Pcr, con l'assunzione di 50.000 Ui/mese. Inoltre, questa dose è in accordo sia con quella suggerita per ridurre l'attivazione infiammatoria, sia con le raccomandazioni che consigliano di non superare le 4000 Ui/die per non avere effetti tossici.

Per quanto riguarda la vitamina C, la nostra analisi suggerisce che la dose efficace è compresa tra 1 e 2 g al giorno è comporta sia la riduzione della Pcr e nel miglioramento della funzione endoteliale. A causa dell'impraticabilità della somministrazione endovenosa nell'ambito della politica medica di comunità, si raccomanda l'assunzione orale.

Con riferimento alla melatonina, sembra mostrare buone evidenze di efficacia per quanto riguarda la riduzione di Pcr, Tnf e Il 6, con un dosaggio compreso tra 5 e 25 mg/die. Tuttavia, la dose giornaliera corretta dovrebbe essere adattata all'età e alle condizioni cliniche, al fine di evitare possibili effetti negativi, come la sonnolenza: a nostro parere dovrebbe essere intorno a 6-10 mg/giorno.

I dati della letteratura sullo zinco mostrano una forza di prova inferiore rispetto agli altri composti. Abbiamo trovato solo una revisione sistematica con una durata dell'intervento compresa tra 6 e 25 settimane. L'analisi di questo singolo studio ha mostrato risultati positivi sulla Pcr. Il dosaggio efficace è di 50 mg/die di integrazione di zinco elementare.

Quali conclusioni si possono trarre e quanto ancora c’è da studiare in quest’ambito?

Secondo le revisioni sistematiche selezionate, i nutraceutici di vitamina C, vitamina D, melatonina e zinco hanno azioni antinfiammatorie. Pertanto, il loro utilizzo su larga scala sembra rappresentare un approccio utile e praticabile durante la pandemia Covid-19, ovviamente da intendere non in sostituzione dei vaccini e dei trattamenti medici eventualmente disponibili.

A oggi, nessuna revisione sistematica ha dimostrato una specifica efficacia preventiva di questi composti sul Covid-19 e molti studi clinici sono in corso.  Tuttavia, potrebbe essere utile implementare una campagna di integrazione terapeutica per misurare gli effetti sulla popolazione globale. L’ Organizzazione mondiale della sanità e i sistemi sanitari dei diversi paesi dovrebbero implementare e misurare i trattamenti nutraceutici su larga scala.

Nicola Miglino

 

 

 

 

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