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Ginseng: proprietà toniche, antimicromiche e cardiometaboliche

04 Marzo 2020

Usato nella medicina tradizionale da secoli, oggi la scienza identifica tredici specie distinte di ginseng e le più studiate sono quello americano (Panax quinquefolius L) e quello asiatico (Panax ginseng).

I composti più bioattivi nel ginseng sono saponine o ginsenosidi specifici con uno scheletro steroideo e molecole di zucchero. Il tipo, il numero e la posizione degli zuccheri determinano la loro struttura e funzione e a oggi sono stati identificati oltre 150 tipi di ginsenosidi.  

Diverse età e specie di ginseng, nonché vari metodi di lavorazione o estrazione o parti della pianta interessate (radice, foglia o bacca), portano alla variabilità nella composizione del ginsenoside nell’attività farmacologica del prodotto derivato.

Sono attualmente disponibili tre tipi di ginseng: fresco, bianco e rosso. Quello bianco è prodotto con ginseng fresco sbucciato ed essiccato, mentre il ginseng rosso viene prodotto cuocendo a vapore il ginseng fresco, un trattamento che assicura una maggiore bioattività rispetto alle radici non trattate del ginseng bianco. 

Abbiamo diverse conoscenze delle attività antimicrobiche delle tre specie e di alcuni dei loro componenti bioattivi contro i batteri patogeni, come P. aeruginosa, H. pylori, S. aureus, E. coli, P. acnes, e funghi, dalla Candida albicans, al Fusarium oxysporum.

Ginsenosidi, polisaccaridi, oli essenziali, proteine ​​e panaxytriol, alcool presente nel ginseng, sono tutti responsabili di tali proprietà e i meccanismi sembrano essere molteplici: inibizione della motilità microbica, stimolazione del sistema immunitario e attenuazione di apoptosi, infiammazione e danni al Dna indotti dai microbi

Il principale e tradizionale ambito di impiego è quello relativo agli stati di stanchezza e fatica cronica e già nel 2018 una revisione sistematica della letteratura ne aveva accreditato l’uso, per sicurezza ed efficacia, dei due tipi di Panax ginseng più usati, quello asiatico e quello americano, ma aveva anche sottolineato la necessità di allargare gli studi sia rispetto al tipo di popolazione sia rispetto alle diverse forme di integratori presenti sul mercato.

In diversi studi sperimentali sono stati, inoltre, riportati effetti favorevoli del ginseng sul miglioramento del metabolismo lipidico e dei lipidi nel sangue

I risultati di una metanalisi pubblicata lo scorso gennaio non hanno supportato l'effetto benefico della supplementazione di ginseng sui livelli ematici di colesterolo totale, trigliceridi, Ldl e Hdl, ma nelle analisi dei sottogruppi, i risultati sono stati significativamente modificati in base alla popolazione dello studio, dose (0,3-8 g/die) e forma di ginseng utilizzate (americano, rosso coreano, Panax) e alla durata del trattamento (3-32 settimane).

L'effetto della supplementazione di ginseng sul profilo lipidico è stato significativo con dosi di trattamento più elevate, ≥1.500 mg/die, e l'impatto sul colesterolo totale e sui trigliceridi è stato significativo negli studi con una durata di intervento più lunga (≥12 settimane). 

Negli ultimi anni, sono stati compiuti notevoli sforzi per valutare la relazione tra assunzione di ginseng e salute cardiometabolica, con particolare attenzione alla funzione vascolare. Un effetto vasodilatatore del ginseng è stato ben documentato preclinicamente in una varietà di contesti e la combinazione di due specie di ginseng, il ginseng americano e un ginseng rosso coreano, arricchito con ginsensoide Rg3, ha dimostrato in uno studio randomizzato, controllato con placebo, di migliorare contemporaneamente il controllo della glicemia e la pressione sanguigna, senza un effetto diretto sulla funzione endoteliale.

Questi dati supportano quindi la potenziale utilità del ginseng nella gestione del diabete. Sempre negli ultimi anni, è emerso anche il ruolo del ginseng e di diversi ginsensoidi nelle condizioni trombotiche attraverso meccanismi antipiastrinici.

Gli effetti antipiastrinici ad ampio spettro dei ginsenosidi potrebbero essere attribuiti alla loro capacità di attenuare la mobilitazione degli ioni del calcio, la secrezione di granuli, l'attivazione dell'integrina α IIb β 3 e l'aumento del cAmp seguita dalla fosforilazione del Vasp ser - 57.

È stato anche riferito che i ginsenosidi hanno effetti terapeutici nelle malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer, ma sono necessari ulteriori studi per svelare i meccanismi inibitori. 

Da ricordare che, come molti altri composti, anche i ginsenosidi vengono trasformati sostanzialmente dalla flora intestinale dopo l'ingestione orale e pertanto la composizione e la distribuzione del microbiota intestinale è probabilmente influente, anche se a oggi poco indagato.

Silvia Ambrogio

Bibliografia

  • The efficacy of ginseng supplementation on plasma lipid concentration in adults: A systematic review and meta-analysis. Complementary Therapies in MedicineVolume 48 January 2020;
  • Vascular effects of combined enriched Korean Red ginseng (Panax Ginseng) and American ginseng (Panax Quinquefolius) administration in individuals with hypertension and type 2 diabetes: A randomized controlled trial Complementary Therapies in MedicineVolume 49March 2020;
  • Ginseng as a Treatment for Fatigue: A Systematic Review. J Altern Complement Med. 2018 Jul;24(7):624-633;
  • Anti-platelet role of Korean ginseng and ginsenosides in cardiovascular diseases. J Ginseng Res. 2020 Jan;44(1):24-32;
  • Antimicrobial activities of Asian ginseng, American ginseng, and notoginseng. Phytother Res. 2019 Dec 29.

 

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