Terapia dietetico-nutrizionale presidio chiave a tutela del nefropatico

11 Marzo 2020

La giornata mondiale del rene celebrata il 12 marzo è stata un’occasione per ribadire l’importanza di strategie in grado di rallentare la progressione del danno renale.

Come ribadito in un recente documento di consenso interdisciplinare sul fronte delle azioni che possono essere messe in campo, una volta che la patologia risulti conclamata, la Terapia dietetica nutrizionale (Tdn) “si è dimostrata in grado di rallentare la progressione dell’insufficienza renale cronica e le sue co-morbilità, riducendo il rischio di escalation verso la dialisi, con risparmi sostanziali e un significativo miglioramento della qualità di vita dei pazienti”.

La Tdn comprende la modulazione dell’apporto proteico, l’adeguatezza dell’apporto calorico, il controllo dell’apporto di sodio e di potassio e la riduzione dell’apporto di fosforo.

Per promuovere questo prezioso strumento terapeutico, l’Associazione nazionale dietisti (Andid), con il grant di Aproten, ha contribuito a dar vita al progetto “DietistaRisponde”, un servizio in cui un professionista Andid, tramite intervento di teleassistenza, effettua una consulenza gratuita utile a fornire risposte e consigli al paziente e alla sua famiglia per il corretto utilizzo dei prodotti aproteici nella dieta quotidiana.

“Il contributo in termini di salute pubblica di un servizio di questo tipo è notevole: la compliance del paziente alla dieta aumenta e questo, secondo le evidenze scientifiche, migliora le sue condizioni cliniche e ne posticipa l’ingresso in dialisi”, spiega Marco Tonelli, presidente Andid.

Così Ersilia Troiano, past president Andid: “La Tdn può fornire un valido contributo al controllo della malattia renale cronica. Viste le numerose limitazioni imposte dal trattamento quali, per esempio, la necessità di ridurre o eliminare alimenti di abituale consumo e di introdurne di nuovi, e quindi la complessità di inserire la dieta nella vita professionale e sociale, come pure la difficoltà di integrarla con la cucina tradizionale e della famiglia, è indispensabile che la dieta sia costruita sulle esigenze del singolo paziente, e non solo sulla diagnosi”. 

In Italia la malattia renale ha una prevalenza che oscilla tra il 7 e il 10 % della popolazione, interessando fra i 3 e i 5 milioni di persone.

“Di questi, circa la metà è in fase iniziale di insufficienza renale, mentre meno di 600 mila sono prossimi all’insufficienza renale terminale”, dice Giuliano Brunori, direttore Uo di nefrologia e dialisi dell’Ospedale di Trento e presidente della Società italiana di nefrologia.

Anche le farmacie possono giocare un ruolo cruciale nel contrastare l’insorgenza e la progressione dell’insufficienza renale. “I farmacisti, conoscendo lo stato generale di salute dei propri utenti e opportunamente formati, possono aiutare a intercettare i pazienti ancora ignari di soffrire di una determinata patologia, in particolare quella renale, supportando i pazienti anche sul fronte dell’aderenza terapeutica, aiutandoli a seguire indicazioni dietetiche e terapia farmacologica”, sottolinea Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi.

Dal punto di vista della sostenibilità, secondo Luigi Cimmino Caserta, medical detailing manager e responsabile dei rapporti istituzionali di Plasmon-Aproten, gli studi di farmacoeconomia applicati alla Tdn “evidenziano che questa rappresenta un vantaggio economico per il Servizio sanitario nazionale. Il costo annuale dell’utilizzo di prodotti ipoproteici si attesta intorno 1.400/1.500 euro a paziente, contro i quasi 45 mila del trattamento con dialisi”.

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