I benefici per il cuore della glucosamina

22 Maggio 2019

La glucosamina si prende la sua rivincita. Dibattuta per i suoi benefici osteoarticolari, potrebbe vivere una sua seconda giovinezza come agente protettivo del cuore, secondo quanto emerge da una ricerca da poco pubblicata sul British medical journal.

Un suo uso abituale, infatti, è stato associato a una riduzione del 15% del rischio di eventi cardiovascolari totali e tra il 9 e il 22% di singoli eventi (morte cardiovascolare, malattia coronarica, ictus)

L’analisi ha preso in esame i dati di poco più di 450 mila soggetti afferenti alla Uk Biobank, un database britannico contente informazioni su circa 500 mila tra i 40 e i 69 anni, costruito tra il 2006 e il 2010 messo in piedi per consentire analisi utili a prevenzione, diagnosi e trattamento di un’ampia gamma di malattie.

Per lo studio sulla glucosamina, sono stati esclusi quanti già soffrivano di cardiopatia o i soggetti di cui non si riusciva ad avere informazioni sufficienti sull’uso dell’integratore, valutato tramite questionario.

Durante i 7 anni di follow-up, si sono osservati 10.204 eventi cardiovascolari, 3.060 morti cardiovascolari, 5.745 eventi coronarici e 3.263 ictus. Dopo aggiustamento dei dati per età, sesso, Bmi, razza, stili di vita, uso di farmaci e/o altri supplementi, i risultati finali indicano che l’impiego di glucosamina è associato a una riduzione del 15 per cento del rischio di un qualsiasi evento cardiovascolare, del 18% di coronaropatia e del 9% di ictus, con effetto ancor più marcato tra i fumatori, dove i numeri arrivano anche a raddoppiare.

Diversi i meccanismi potenzialmente in gioco, secondo gli autori. Innanzitutto una riduzione delle concentrazioni di proteina C reattiva, noto marker infiammatorio, il che spiegherebbe anche il miglior risultato ottenuto in casi di stress infiammatorio come quelli dei fumatori.

In aggiunta, la capacità della glucosamina di mimare l’effetto di una dieta a basso contenuto di carboidrati, riducendo la glicolisi e aumentando il catabolismo aminoacidico con conseguente effetto cardioprotettivo.

Tra i limiti dello studio indicati, il fatto che dalla Biobank non si riescano a ottenere dati su dosaggi, durata di utilizzo ed effetti collaterali. Ulterore bias, quale la formulazione in commercio utilizzata (glucosamina solfato, idrocloride, N-acetil-glucosamina). Infine, difficile valutare se i benefici derivassero dalla glucosamina o da stili di vita più salutari, giacché spesso le due cose coincidevano.

Ciò detto, gli autori comunque concludono che, pur riconoscendo la necessità di approfondire tali evidenze con ulteriori trial clinici, “l’uso abituale di glucosamina contro il dolore osteoarticolare può avere un effetto benefico nel ridurre il rischio cardiovascolare”.

 

 

 

 

 

 

 

 

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