Occhio al calo ponderale negli anziani: possibile segnale di pericolo

28 Aprile 2023

Negli anziani sani, una perdita di peso del 5% o superiore risulta essere associata ad aumentato rischio di mortalità per tutte le cause, in particolare negli uomini. Da qui, l’avvertenza per gli operatori sanitari di monitorare attentamente i cambiamenti del peso in questa fascia d’età. È quanto emerge da una ricerca pubblicata su Jama network open, un'analisi post hoc dello studio randomizzato Aspirin in reducing events in the elder, che si è svolto dal 1° marzo 2010 al 31 dicembre 2014.

Sono stati esaminati dati di 16.523 soggetti sani, con un'età media di 75 anni, il 55,6% donne. In particolare, i parametri valutati sono stati: peso, circonferenza vita, mortalità.

Per quanto riguarda gli uomini, rispetto a chi manteneva un peso costante, quanti subivano una perdita di peso tra il 5 e il 10% avevano un rischio di mortalità per tutte le cause superiore del 33%. Per cali di oltre il 10%, il rischio aumentava addirittura del 289%.

Nelle donne, un calo di peso tra il 5 e il 10% comportava un aumento del rischio di mortalità per tutte le cause del 26% rispetto a quante mantenevano un peso stabile, rischio aumentato del 114% per cali superiori al 10%.

Una riduzione di oltre il 10% della circonferenza della vita è risultata associata a un rischio di mortalità per tutte le cause di 2,14 volte più elevato negli uomini e del 34% nelle donne.

“Il dato più rilevante che emerge è che una perdita di peso superiore al 10% si associa a una mortalità più elevata per tutte le cause, sia tra gli uomini che tra le donne”, affermano gli Autori. “L'associazione è stata più pronunciata tra gli uomini: la mortalità per tutte le cause è stata dell'8,4% tra coloro che hanno mantenuto un peso costante rispetto al 30,1% di chi ha perso oltre il 10% del peso. Per le donne, 5,5% vs 12,6%. Una possibile spiegazione è che il calo ponderale possa essere un indicatore precoce della presenza di diverse malattie, oncologiche, neurologiche o cardiovascolari. In questa fascia di età, la perdita di peso è in gran parte associata a riduzione dell'appetito e sappiamo quanto quest’ultimo sia un processo complesso, governato sia dal sistema nervoso centrale che da diversi ormoni circolanti. Non c’è da sorprendersi, dunque, se proprio il senso di fame rischia di essere condizionato nelle prime fasi della malattia cronica. L'osservazione, infine, di un rischio maggiore negli uomini può essere legata al fatto che il loro calo ponderale è, per costituzione, più legato a diminuzione di massa muscolare e ossea, mentre nelle donne si perde più tessuto adiposo. In conclusione, sarebbe auspicabile che i clinici includessero sempre la valutazione dei cambiamenti di peso nei loro pazienti, consapevoli che anche una leggero calo ponderale negli anziani sani può aumentare il rischio di mortalità”.

Nicola Miglino

 

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