Oms: in Europa l’obesità è un’epidemia. Numeri, ormai, da capogiro

04 Maggio 2022

In Europa, quasi due terzi degli adulti e un bambino su tre sono in sovrappeso o obesi e siamo ben lontani dal raggiungere l’obiettivo prefissato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per limitare le malattie non trasmissibili (Ncd) e fermare il costante incremento di peso entro il 2025. A denunciare la situazione allarmante è il Rapporto europeo sull'obesità regionale pubblicato nei giorni scorsi proprio dall’Oms, in cui si sottolinea come l'obesità sia tra i principali determinanti di morte e disabilità nel nostro Continente.

Sovrappeso e obesità, infatti, sono al quarto posto come fattore di rischio di mortalità, dopo l'ipertensione, la dieta e il fumo, associandosi a molte malattie non trasmissibili, da quelle cardiovascolari, al diabete di tipo 2, al cancro.

Per alcuni paesi della regione europea, si prevede che, nei prossimi decenni, l'obesità supererà il fumo come principale fattore di rischio per le tipologie di cancro prevenibili. Secondo il rapporto, la prevalenza dell'obesità negli adulti nella regione europea è più alta che in qualsiasi altra regione dell'Oms, a eccezione delle Americhe. 

I numeri più preoccupanti riguardano i paesi del Mediterraneo e dell'Europa orientale, legati anche a forti disuguaglianze educative: una prevalenza maggiore si riscontra tra persone con livello di istruzione più basso.

La pandemia di Covid-19 ha fatto emergere ancor più la necessità di interventi, da una parte favorendo stili di vita più sedentari e consumo di cibi malsani, dall’altra evidenziando l’eccesso ponderale come fattore di rischio per una prognosi più sfavorevole in caso di contagio.

Il report analizza anche le potenziali cause, identificando nel marketing digitale di prodotti alimentari malsani o nei giochi sedentari online, alcuni tra gli elementi di rischio, per esempio, tra i più giovani, pur sottolineando come la comunicazione digitale potrebbe rappresentare un utile strumento di informazione ed educazione.

Interventi? Questi i pilastri chiave per politiche di sanità pubblica: misure fiscali come ‘sugar tax‘ e sussidi per cibi sani; restrizioni alla commercializzazione di alimenti malsani ai bambini; miglioramento dell’accesso ai servizi di gestione dell’obesità e del sovrappeso nell’assistenza sanitaria di base, nell’ambito della copertura sanitaria universale; sforzi per migliorare la dieta e l’attività fisica lungo tutto il corso della vita, comprese per le donne le fasi pre-concepimento e della gravidanza e, ancora, impegno per la promozione dell’allattamento al seno, interventi a scuola e per creare ambienti che migliorino l’accesso ai cibi sani e le opportunità per l’attività fisica.

"I dati Oms sono molto preoccupanti ma non stupiscono gli esperti", spiega Simona Bertoli, direttore del Centro ambulatoriale obesità presso l'Irccs Istituto auxologico italiano e ordinario di scienze dietetiche all’Università di Milano. "Come riportato nel rapporto obesità 2021 da noi pubblicato, i dati Istat italiani sono solo poco più confortanti rispetto a quelli generali europei mostrando una prevalenza media di obesità dell’11%, con un marcato gradiente Nord-Sud e un significativo aumento della prevalenza nel sesso maschile e nei soggetti più anziani. L’obesità è una patologia complessa e multifattoriale e per sconfiggerla serve una terapia integrata nutrizionale, psico-comportamentale e motoria che può avvalersi anche di trattamenti farmacologici e approcci chirurgici quando necessario. La nostra esperienza clinica e le numerose evidenze scientifiche raccolte negli ultimi decenni dimostrano che stiamo andando “dall’obesità” “alle obesità” ossia forme di obesità diverse per cause e conseguenze, per ciascuna delle quali è necessario uno percorso diagnostico e terapeutico altamente specializzato".

Nicola Miglino

 

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