Microbiota, il nuovo target delle cure psichiatriche

29 Settembre 2021

Crescono le evidenze di una stretta correlazione tra composizione microbica intestinale e disturbi della sfera psichiatrica. Un ulteriore contributo arriva da un’umbrella review e metanalisi di circa 60 studi clinici caso-controllo da poco pubblicata su Jama Psychiatry.

Il criterio di selezione degli studi dalle principali banche dati, prevedeva l’identificazione di ricerche che valutavano qualità e quantità delle popolazioni microbiche intestinali in relazione a diverse patologie psichiatriche: depressione, disturbo bipolare, psicosi, schizofrenia, anoressia, ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo da stress post-traumatico, disturbo da deficit di attenzione e iperattività. In generale, si è osservata una significativa riduzione di popolazione microbica nei pazienti rispetto ai controlli, in particolare nel disturbo bipolare. Interessante anche l’analisi qualitativa dei generi, con quadri analoghi per diverse patologie. Per esempio, una diminuzione di Faecalibcterium e Coprococcus con abbondanza di Eggerthella si sono potute riscontrare nei pazienti con depressione, disturbo bipolare, psicosi, schizofrenia e ansia, suggerendo come questi quadri clinici possano essere caratterizzati da una diminuzione di batteri produttori di butirrato a effetto antinfiammatorio, favorendo così la proliferazione di popolazioni ad azione pro-infiammatoria.

Un tema, quello del cosiddetto asse intestino-cervello, al centro di recente anche di un webinar internazionale promosso da Yakult:  “In questi ultimi anni abbiamo scoperto che il microbiota intestinale influenza le nostre emozioni”, sottolinea Ted Dinan, docente di psichiatria e Principal investigator all’Apc (Alimentary pharmabiotic centre) dell’Università irlandese di Cork, nonché autore del best-seller The psychobiotic revolution: mood, food, and the new sScience of the gut-brain connection. “La ricerca ha potuto dimostrare che chi soffre di depressione presenta una minore variabilità quantitativa e qualitativa di determinate popolazioni batteriche nell’intestino rispetto alle persone sane. La domanda ora è come possiamo trasformare questa conoscenza in cura. Per tanto tempo è stato dato per assodato che antidepressivi e terapia cognitivo comportamentale fossero il cardine del trattamento della depressione, ma le ricerche più recenti stanno mettendo in evidenza il ruolo del microbiota, suggerendoci un approccio più olistico alla malattia psichiatrica, che tenga conto anche di aspetti legati a dieta ed esercizio fisico”.

Nicola Miglino

 

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