Prove sempre più numerose provenienti da studi preclinici e clinici dimostrano il beneficio delle fibre alimentari in caso di malattie infiammatorie intestinali (Ibd). Tuttavia, la maggior parte dei pazienti ne evita o limita il consumo per gestire i sintomi durante le fasi attiva e di remissione. Una recente review, pubblicata su Nutrients, ha preso in esame l’impatto del consumo di fibre alimentari nelle Ibd, fornendo utili indicazioni per la pratia clinica e per future ricerche.

 

Il ruolo dei nutrienti nella gestione clinica dei pazienti con malattia di Crohn (Cd) non è stato ancora completamente chiarito. Un recente studio, pubblicato su Nutrients, si è posto come obiettivo quello di identificare i nutrienti la cui assunzione o i cui valori nel sangue potrebbero essere associati alle risposte dei pazienti alla terapia biologica. A parlarcene, Veronica Imbesi, Unità Ibd, Irccs - Aou di Bologna, tra gli Autori della ricerca.

Un intestino sano si costruisce già dal primo anno di vita, con un’alimentazione bilanciata e corretta. Verdura e pesce, sono gli ingredienti che possono, infatti, prevenire, in età più avanzata, l’insorgenza di malattie infiammatorie croniche dell’intestino (Ibd), secondo uno studio pubblicato di recente su Gut.

Lo scorso 11 febbraio si è tenuto, presso l’Ospedale San Raffaele di Milano, un incontro organizzato dalla struttura sanitaria in collaborazione con l’associazione pazienti Amici Onlus e il supporto non condizionato di Nestlé Health Science per discutere di suggerimenti volti a una migliore gestione della malattia di Crohn, con speciale attenzione al tema della nutrizione e della dieta.

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