La spesa ai tempi di Covid-19: contro lo spreco alimentare, puntare sui negozi di vicinato

28 Aprile 2020

Dove fare la spesa in tempo di quarantena? I criteri con cui scegliere potrebbero essere diversi, da quello economico a quello della distanza piuttosto che del tempo di attesa. Ne aggiungiamo un altro, su suggerimento di uno studio promosso da Informs, società americana di analisi e ricerche di mercato, e pubblicato sulla rivista Manufacturing & Service Operations Management.

Si tratta della scelta sulla base del minor rischio di spreco alimentare: il negozio sotto casa ci consentirebbe di comprare meno e consumare in maniera più intelligente. La fotografia americana ci racconta come il 30-40% del cibo venga sprecato lungo tutta la filiera, dalla produzione, alla distribuzione al consumo finale.

Per quanto riguarda il nostro paese, secondo i dati più recenti del rapporto Waste Watcher 2020, sono oltre due milioni le tonnellate di cibo che si sprecano ogni anno nelle case degli italiani, per una stima di 36,54 chilogrammi a testa e un valore di quasi 12 miliardi di euro che sommati ai 3 miliardi 293 milioni di spreco della filiera ci portano ad oltre 15 miliardi di euro in totale.

Tra le soluzioni prospettate dallo studio americano, quella di aumentare il numero di negozi alimentari, in maniera ovviamente equilibrata per evitare contraccolpi concorrenziali.

Gli analisti, guidati da Elena Belavina della Cornell University, incrociando dati economici e demografici nell’ambito del l’industria e del consumo alimentare, hanno rilevato una bassa densità di presenza di negozi al dettaglio in molte città degli Stati Uniti, concludendo che un piccolo incremento basterebbe a ridurre in maniera considerevole gli sprechi.

Per esempio, hanno osservato come a Manhattan ci sia una forte presenza di piccoli esercizi commerciali, correlata a comportamenti più virtuosi dei consumatori.

Secondo gli autori, il negozio di vicinato consente al cliente di andarci più spesso comprando meno, riducendo il rischio spreco, anche per motivi di scadenza. Insomma: si compra per lo stretto necessario, visto che il negozio è più a portata di mano.

Dai calcoli effettuati, per esempio, dicono i ricercatori che nella sola area di Chicago basterebbero 3-4 negozi in più per ridurre lo spreco alimentare del 6-9%, con un risparmio economico per le famiglie dell’1-4%, oltre ad avere un favorevole impatto ambientale dal momento che una diminuzione degli spostamenti determinerebbe ricadute positive sulle emissioni di Co2.

Come fare? “La sfida” concludono gli autori “sta tutta nel definire una sorta di pianta organica che garantisca il giusto equilibrio nella presenza di negozi di ciascuna area. Troppi infatti, disperderebbero la clientela e creerebbero un eccesso di concorrenza con conseguente crollo della domanda da parte dei consumatori”.

 

 

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