Dieta e ritmi circadiani: perché serve indagare il cronotipo  

03 Marzo 2022

 

Serotino o mattutino? Ovvero, siamo più attivi alle prime ore dell’alba o nella seconda parte della giornata? Il cosiddetto cronotipo sembra non essere indifferente per il nostro metabolismo e sono sempre più numerosi gli studi che sottolineano l’importanza di assecondare i ritmi biologici dell’organismo per assicurarne salute e benessere. Ecco così che un gruppo di ricercatori italiani, guidati da Sofia Lotti, nutrizionista presso il dipartimento di Medicina sperimentale e clinica dell’Università di Firenze, ha condotto una metanalisi, pubblicata su Advances in nutrition, tesa a fare il punto sul rapporto tra ritmi circadiani, dieta e stato di salute.

D.ssa Lotti, da quali premesse nasce il vostro lavoro?

Negli ultimi anni l’interesse nei confronti della crono-nutrizione è aumentato notevolmente. Sempre più approcci dietetici tengono conto, infatti, del timing dei pasti, l’orario in cui un pasto viene consumato. Questo perché è ormai chiaro l’importante ruolo dei ritmi circadiani nella regolazione di numerosi processi fisiologici, tra cui il ciclo fame-sazietà. La manifestazione individuale dei ritmi circadiani viene definita con il termine di cronotipo, che indica la predisposizione di una persona a essere maggiormente attiva in una specifica parte della giornata. I soggetti con cronotipo mattutino tendono ad alzarsi presto alla mattina e a essere più attivi nella prima parte della giornata, mentre i soggetti con cronotipo definito serotino prediligono la seconda parte della giornata per svolgere le loro attività. Secondo recenti evidenze scientifiche, i soggetti con cronotipo serotino sembrano seguire peggiori abitudini alimentari e andare incontro più facilmente a varie patologie croniche, come quelle cardiovascolari e oncologiche.

Come avete effettuato la ricerca?

Abbiamo deciso di condurre una metanalisi per studiare l’associazione tra cronotipo, intake energetico e stato di salute, in quanto in letteratura erano presenti studi molto eterogenei che impedivano di avere un quadro chiaro delle evidenze. A questo scopo è stata condotta una ricerca nei principali database elettronici per identificare gli studi che riportavano misure di associazione tra cronotipo, assunzione energetica, parametri antropometrici e biochimici e malattie croniche degenerative. Al termine della ricerca sono stati identificati 39 studi che rispondevano ai criteri di inclusione, 37 di tipo cross-sectional e 2 di coorte, per un totale di 377.797 soggetti analizzati.

Quali risultati avete potuto osservare?

Non abbiamo riscontrato differenze significative tra i soggetti serotini e mattutini in termini di calorie assunte giornalmente, peso corporeo e percentuale di massa grassa. Tuttavia, i soggetti con cronotipo serotino mostravano un peggior profilo cardio-metabolico dovuto a livelli significativamente più elevati di glucosio a digiuno, emoglobina glicata, colesterolo Ldl e trigliceridi. Inoltre, abbiamo osservato nei soggetti serotini anche un rischio significativamente maggiore di diabete, cancro e depressione.

Quali conclusioni se ne possono trarre?

I risultati del nostro studio hanno fornito una maggior comprensione della relazione tra cronotipo e stato di salute evidenziando come i soggetti serotini siano associati a un maggior rischio di numerose patologie. A oggi si ipotizza che la causa risieda nel disallineamento dei ritmi circadiani, ritardati di circa due-tre ore nei soggetti serotini rispetto ai soggetti mattutini. Questo fenomeno, conosciuto anche come chronodisruption, interrompe le naturali oscillazioni del metabolismo glucidico, lipidico e della proliferazione cellulare impattando inevitabilmente sulla salute. In conclusione, dal nostro studio è emersa l’importanza di assecondare i ritmi biologici del nostro organismo per assicurarci un buono stato di salute e per questo potrebbe rivelarsi utile iniziare a considerare il cronotipo individuale nelle strategie di prevenzione e trattamento dei disturbi cardio-metabolici.

Nicola Miglino

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