Proteine sì, ma non tutte le fonti apportano identici benefici

06 Luglio 2021

Quando si forniscono raccomandazioni dietetiche sull’apporto proteico non basta indicare la quantità necessaria ma è bene valutarne la qualità sulla base della fonte di provenienza. Risultato? Sono sempre quelle di origine vegetale a uscire vincitrici nel prevenire una serie di eventi avversi per l’organismo. Così potremmo riassumere i risultati di una ricerca pubblicata sul Journal of the american heart association (Jaha) che ha preso in esame una coorte di 102.521 donne in post-menopausa arruolate nel Women’s health initiative (Whi) tra il 1993 e il 1998, seguite fino a febbraio 2017.

Ricordiamo che il Whi è un progetto di ricerca americano a lungo termine, teso a valutare interventi preventivi di cardiopatie, cancro a seno, al colon-retto e osteoporosi nelle donne in menopausa.

Nella coorte presa in esame dallo studio di Jaha, all’interno del periodo monitorato, si sono verificati 25.976 decessi: 6.993 per malattie cardiovascolari, 7.516 per cancro e 2.734 per demenza. I ricercatori hanno diviso le partecipanti in gruppi di consumo di proteine, per qualità e quantità, sulla base di questionari di valutazione nutrizionale. Confrontando il gruppo a consumo più elevato di proteine vegetali con quello a consumo più basso, emerge una riduzione del rischio di morte per tutte le cause (-9%), per motivi di origine cardiovascolare (-12%) o per demenza (-21%).

Tra chi faceva registrare il maggior consumo di carne processata e uova, il rischio di mortalità complessiva era più alto, rispettivamente dello 0,6 e del 14% a confronto con il gruppo a consumo più basso. La carne rossa, le uova e i latticini sono risultati a più alto rischio di mortalità per cause cardiovascolari. Nell’ordine: +12%; +24%; +11%. Il consumo di uova è risultato associato a un rischio più elevato di mortalità per cancro (+ 10%), quello di carne rossa lavorata di mortalità per demenza (+ 20%), mentre il consumo di pollame o di uova è risultato associato a minor rischio di mortalità per demenza (-15 e -14%, rispettivamente). La sostituzione totale di carni rosse, uova e latticini con frutta secca a guscio è stata associata a minor rischio di mortalità per tutte le cause, così come con l’adozione di sole proteine di origine vegetale.

“Come si nota, diverse fonti proteiche hanno relazioni variabili con la mortalità per tutte le cause, per malattie cardiovascolari o per demenza”, commentano gli Autori. “I nostri risultati supportano la necessità, nella stesura di linee guida dietetiche, di prendere in considerazione non soltanto aspetti quantitativi del fabbisogno proteico, ma anche la qualità e le fonti di provenienza delle proteine stesse”.

Nicola Miglino

 

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