Olio di Krill, una fonte di Omega-3 ad alta biodisponibiltà

09 Giugno 2021

È un piccolo crostaceo dell'Oceano Antartico che svolge un ruolo chiave nell'ecosistema marino, fungendo da nutrimento per la maggior parte dei pesci. Parliamo del Krill, o Euphausia superba, in questi ultimi anni finito sotto la lente di ingrandimento dei ricercatori per un suo possibile utilizzo come integratore nutrizionale, sottoforma di olio ad alta concentrazione di Epa (Acido eicosapentaenoico) e Dha (Acido docosaesaenoico).

L'olio di krill è stato autorizzato nel 2008 dalla Food and drug administration come Gras (Generally recognized as safe), mentre nel 2009 è stato approvato in Europa dall'Efsa come novel food. La stessa Efsa, poi, nel 2014, ne ha autorizzato l’uso nelle donne in gravidanza e in allattamento.

Proprio l’olio di Krill oggetto di una recente review pubblicata su Marine drugs.

“La composizione dell'olio di krill fornisce una grande varietà di sostanze benefiche per la salute che ne giustifica l'uso come ingrediente per applicazioni farmacologiche e nutraceutiche in diverse condizioni patologiche” sottolinea Alessandro Colletti, del dipartimento di Scienza e tecnologia del farmaco dell’Università degli Studi di Torino, delegato macroregionale Sinut (Società italiana di nutraceutica) e prima firma del lavoro su Marine drugs.

“In generale, sebbene il contenuto delle diverse componenti nutrizionali sia influenzato dalle tecnologie di estrazione, l'olio di krill contiene alti livelli di n-3 Pufa e fosfolipidi, nonché componenti minori quali vitamine, minerali, astaxantina e flavonoidi. Particolare attenzione è stata prestata al contenuto lipidico, inclusi fosfolipidi e trigliceridi. Il principale fosfolipide presente nell'olio di krill è la fosfatidilcolina, con il 40% degli acidi grassi totali legati alla fosfatidilcolina costituito da Epa e Dha. Epa e Dha presenti nell'olio di krill hanno mostrato diverse proprietà farmacologiche utili nella gestione di numerose cronicità, comprese le malattie cardiovascolari, neurologiche e infiammatorie, nonché nella prevenzione del cancro e nella promozione della salute del microbiota intestinale. A questo proposito, l'integrazione con acidi grassi polinsaturi di krill potrebbe rappresentare un modo naturale per alleviare i sintomi di queste condizioni, in combinazione con le terapie convenzionali. Epa e Dha dell'olio di krill hanno anche evidenziato una maggiore biodisponibilità rispetto ad altre forme di n-3 Pufa, dimostrando benefici simili, ma a dosaggi inferiori”.

Proprio a proposito dei dosaggi indicati, il range di Omega-3 estratti da Krill oscilla tra i 500 e i 1.000 mg/die, da assumere per 12-16 settimane: secondo i più recenti studi clinici è questa la modalità di somministrazione più utile per ottenere risultati significativi su assetto infiammatorio, profilo lipidico e marker relativi al profilo microbiologico intestinale.

“In conclusione, i dati clinici preliminari che abbiamo potuto esaminare nella nostra review, suggeriscono come l'olio di krill rappresenti un valido integratore nel trattamento di diverse condizioni, tra cui malattie cardiovascolari, osteoartrite, sindrome premestruale e dismenorrea”, dice Colletti. “Le tecnologie estrattive più innovative, sviluppate per ottimizzare purificazione e concentrazione, potrebbero ulteriormente migliorare il suo rapporto costo-efficacia”.

Nicola Miglino

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