I ricercatori, infatti, hanno potuto constatare, un effetto protettivo che consente alle cellule della pelle di resistere maggiormente all’azione nociva delle radiazioni, attribuendone il merito al contenuto in polifenoli.
Lo studio, condotto dall’ Università dell’Alabama, ha preso in esame gli effetti protettivi dal danno Uv di un estratto d’uva in polvere, equivalente da circa due porzioni e mezzo giornaliere del frutto intero, somministrato per 14 giorni.
La risposta della pelle agli Uv è stata valutata a inizio e fine studio, misurando la Minimal erythema dose, ovvero la soglia minima di esposizione per la comparsa di arrossamento entro le 24 ore.
In chi aveva ricevuto l’estratto tale soglia è risultata superiore di ben il 74,8% e l’esame istologico ha evidenziato meno danni al Dna, meno episodi di morte cellulare e riduzione di marker infiammatori in grado di trasformare le cellule in cancerogene.
“L’effetto fotoprotettivo è marcato e la nostra analisi ci ha permesso di identificare i meccanismi molecolari di tale azione: da una parte si favorisce la riparazione del Dna e, dall’altra, si spegne l’attività pro-infiammatoria delle radiazioni”, dice Craig Elmets, dermatologo dell’Università dell’Alabama e coordinatore dello studio. "L'uva potrebbe rappresentare una sorta di crema solare commestibile, offrendo un ulteriore livello di protezione oltre a quello garantito dai classici prodotti topici”.
Nicola Miglino