In un caso su due, la causa è una carenza di ferro, come ribadisce in una nota Integratori Italia, associazione italiana aderente a Confindustria. Vi sono molti potenziali fattori scatenanti tale carenza, tra cui infezioni/infiammazioni, deficit di micronutrienti diversi dal ferro, come, per esempio, vitamina B12 e folato, e fattori genetici.
“L’Oms afferma come, per la prevenzione e il controllo dell'anemia, andrebbe incoraggiata una dieta contenente quantità adeguate di ferro. Buone fonti alimentari sono la carne, alcuni cereali integrali, legumi, noci, verdure verdi e frutta secca. In molte parti del mondo, però, il consumo di ferro tra le donne in gravidanza è inferiore a quanto dovrebbe essere”.
L’Oms raccomanda l’integrazione in particolare, in:
- donne in età fertile che vivono in aree in cui la prevalenza di anemia è di oltre il 20%;
- donne in gravidanza non anemiche che vivono in aree in cui la prevalenza di anemia tra le donne in gravidanza è inferiore al 20%;
- Nel post-partum, per almeno tre mesi.