“Oggi l’obesità viene vissuta come un problema estetico e non come malattia”, spiega Michele Carruba, presidente del Centro studi e ricerche sull'obesità dell'Università degli studi di Milano e presidente dell’advisory board di Obecity. “L’obesità è il risultato dell’interazione di molteplici fattori che comprendono cause genetiche, ambientali, epigenetiche e deriva da alterazioni dei meccanismi neuroendocrini che regolano il peso corporeo. Lo stigma nei confronti dell’obesità è causato da una “non cultura”. Il problema viene visto come incapacità della persona coinvolta. Dobbiamo riconsiderare il tutto da un punto di vista culturale, insieme. L’obesità è curabile e, non solo, è prevenibile. Se noi spieghiamo alle persone, sin da bambini, come si deve mangiare, le aiutiamo a investire nella loro salute.”
Così Anna Rita Cosso, vicepresidente nazionale di Cittadinanzattiva: “Noi come Cittadinanzattiva abbiamo a cuore, tra tanti temi, soprattutto quello relativo alla salute e quindi aderiamo alla campagna per il riconoscimento dell’obesità come malattia. Ci siamo chiesti allo stesso tempo: come possiamo, con la comunità, aiutarci reciprocamente? La battaglia contro gli stili di vita scorretti, contro un’alimentazione sbagliata, è difficile farla da soli. Da qui la possibilità, per fare un esempio, di far muovere le persone, uscendo insieme, con le esperienze dei gruppi di cammino. Esperienze che ci consentono di conoscere meglio le nostre città, sostenendoci e dandoci appuntamenti settimanali, per ritrovare ognuno il proprio corpo”.