Postbiotici, un Manifesto per spiegarne il valore

26 Ottobre 2022

Presentato a Milano, nel corso di Spazio nutrizione, il primo “Manifesto sui postbiotici - Dalla natura il futuro della salute”, documento nato con l’obiettivo di raccogliere sinteticamente le principali evidenze scientifiche sui benefici di questa nuova classe di integratori.

Il Manifesto è frutto del lavoro di un Advisory board scientifico composto da Hellas Cena, docente di Dietetica e Nutrizione clinica e Pro Rettore all’Università degli studi di Pavia, Pietro Campiglia, Professore al dipartimento di Farmacia dell’Università degli Studi di Salerno e Flavio Caprioli, Professore al dipartimento di Fisiopatologia medico-chirurgica e dei trapianti all’Università degli Studi di Milano.

Come ribadito a Milano, i postbiotici rappresentano la nuova frontiera dell’integrazione nella gestione di pazienti con disturbi del microbiota, a cominciare da quelli gastrointestinali. Si tratta di una miscela di metaboliti attivi rilasciati da microrganismi selezionati e derivano da un processo di fermentazione controllato e successiva purificazione in modo che non contenga microrganismi vivi, morti o parti di essi ma esclusivamente i prodotti metabolici dei microrganismi stessi.

Sono agenti naturali biologicamente attivi prodotti dai probiotici, microorganismi che ingeriamo affinché sintetizzino i postbiotici. Gli integratori postbiotici permettono quindi di avere queste sostanze immediatamente disponibili senza attendere processi di sintesi batterica.

“Oggi siamo molto contenti perché i postbiotici sono finalmente disponibili per le persone che ne possano beneficiare in ambito gastroenterologico e per la stimolazione del sistema immunitario”, sottolinea Maria Rescigno, ricercatrice di fama internazionale, co-fondatrice e direttore scientifico di Postbiotica, che ha promosso l’iniziativa. “Siamo, però, consapevoli di essere solo all’inizio del percorso e abbiamo l’ambizione di studiare ancora nuovi postbiotici per aiutare più persone possibili”,

Così Gianpietro Florenzano, Ceo di Postbiotica: “Postbiotica è una microimpresa innovativa che da anni svolge attività di ricerca per identificare i meccanismi attraverso i quali il microbiota agisca per aiutare l’organismo a stare bene. Dopo aver identificato i postbiotici come i protagonisti di questa interazione, si è impegnata per mettere a punto una tecnologia innovativa che consentisse di produrli in modo naturale e di isolarli dai batteri originatori, in modo da avere attivi puri, immediatamente efficaci, stabili e sicuri”.

Nel corso della presentazione, è stato ribadito come il microbiota ricopra un ruolo cruciale nel mantenimento della salute in malattie infiammatorie croniche intestinali quali Chron e Colite ulcerosa. Un microbiota alterato, d’altronde, ha impatto anche su patologie dermatologiche, del sistema cardiovascolare nonché a livello metabolico e anche genito-urinario. Più recentemente, è stata dimostrata l’interazione tra benessere intestinale e quello del sistema nervoso centrale. Ecco, pertanto, che i postbiotici, sottolineano gli esperti, rappresentano un alleato naturale per il benessere di tutto l’organismo, supportando il sistema immunitario nel contrastare i processi infiammatori, ripristinando l'equilibrio naturale dell'intestino, dell'epidermide, delle mucose e di tanti altri organi e tessuti del nostro corpo.

Talvolta i postbiotici possono anche essere una valida alternativa ai probiotici. Per esempio, i probiotici dovrebbero essere impiegati con cautela in alcune situazioni di infiammazione a carico dell'intestino. Durante la fase attiva della malattia, infatti, la somministrazione di probiotici potrebbe peggiorare il processo infiammatorio, per cui l’uso è talora sconsigliato. È stato invece dimostrato che i mediatori solubili rilasciati da alcuni di questi batteri possono esercitare effetti antinfiammatori, senza effetti collaterali. Pertanto, l’impiego dei postbiotici potrebbe rappresentare un’alternativa efficace e più sicura rispetto alla somministrazione dell’intero batterio probiotico durante la fase infiammatoria acuta della malattia intestinale.

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