Integratori e sport: i cardiologi europei invitano gli atleti alla cautela

26 Gennaio 2022

Occhio ai rischi cardiovascolari con l’uso inappropriato di integratori per migliorare le prestazioni atletiche degli sportivi. Il monito giunge dalla Società europea di cardiologia (Esc) attraverso uno statement pubblicato su uno dei suoi organi ufficiali, l’European journal of preventive cardiology.

"Nel mondo sportivo, gli integratori alimentari vengono comunemente considerati come sostanze prive di rischi in grado di migliorare le prestazioni", si legge nel documento. "Alcune sostanze, invece, possono rappresentare un pericolo per la salute, oltre che far rischiare agli atleti di contravvenire alle regole antidoping. Spesso, chi ne fa uso, non è a conoscenza né degli effetti sulle prestazioni né di quelli sulla salute e si informa con il passaparola, il consiglio di amici e conoscenti, piuttosto che di allenatori non adeguatamente preparati, mentre è necessaria una cultura adeguata, da formarsi sin dalla giovane età”.

Da queste premesse, quattro avvertenze chiave da parte dei cardiologi rivolte agli sportivi: una sostanza naturale non è necessariamente una sostanza sicura; utilizzare prodotti di aziende qualificate con noti standard di qualità; l’atleta è personalmente responsabile di ciò che consuma; la legge non ammette ignoranza in relazione a un test antidoping positivo.

Il documento pubblicato raccoglie le evidenze degli effetti cardiovascolari di un’ampia gamma di sostanze utilizzate per migliorare le prestazioni sportive, da quelle dopanti note, ai farmaci, agli integratori, fino a quelle sperimentali di più recente scoperta. Per doping si intende il ricorso a una sostanza o a pratiche mediche in grado di migliorarne le prestazioni ma potenzialmente pericolose per la salute degli atleti. Tra gli esempi citati, il rischio di morte con l’impiego di steroidi anabolizzanti superiore di 6-20 volte rispetto a quello degli atleti cosiddetti puliti, con ben il 30% dei casi dovuto a cause cardiovascolari. La Wada (World anti-doping agency) ha redatto un elenco di sostanze proibite, ma molte di quelle “nutrizionali” incluse negli integratori non sono riportate in quanto spesso sfuggono al mercato ufficiale. L'uso di integratori autorizzati da parte degli atleti varia tra il 40% e il 100%, a seconda dello sport e del livello di competizione. Destinati a migliorare le prestazioni e a dare un vantaggio competitivo, quelli noti e riconosciuti includono caffeina, creatina, bevande/gel/barrette energetiche, succo di barbabietola e proteine.

 "La caffeina è un classico esempio di sostanza naturale considerata sicura", dice Paolo Emilio Adami, Medical manager di World Athletics, l'organo di governo mondiale dell'atletica leggera e tra gli Autori del documento Esc. "Sebbene migliori le prestazioni, in particolare la capacità aerobica negli sport di resistenza, il suo abuso può portare a tachicardia, aritmie, ipertensione e, in alcuni casi, morte cardiaca improvvisa. La logica del più ce n’è meglio è, applicata alla caffeina, può risultare in danni che superano i vantaggi in termini di prestazioni".

L’Esc punta il dito sul fatto che molti atleti, in particolari quelli Top, “ignorano le raccomandazioni sui dosaggi e utilizzano più sostanze contemporaneamente, mentre dovrebbero avere maggiore consapevolezza del fatto che l'uso di integratori li espone al rischio di ingerire sostanze vietate poiché regolamentate come alimenti e non soggette ai rigorosi standard di sicurezza dei farmaci”.

Prosegue Adami: “In molti casi gli sportivi usano cocktail di sostanze e la stessa interazione tra queste può essere estremamente pericolosa. Le sostanze dopanti sono consentite solo se prescritte da un medico per il trattamento di una condizione clinica, quando non sono disponibili alternative terapeutiche”. E conclude: “Gli atleti devono sapere che gli integratori e le sostanze naturali non sono necessariamente sicuri e vanno usati solo se consigliati da nutrizionisti professionisti. È fondamentale ricorrere a prodotti di aziende note per gli elevati standard di qualità e approvati a livello internazionale. L’atleta è sempre personalmente responsabili di ciò che consuma e l'ignoranza non è accettata come scusa se trovati positivi all’ antidoping. Chi, poi, soffre di cardiopatie accertate, deve sempre consultare un medico sportivo o un cardiologo sportivo prima di consumare qualsiasi tipo di sostanza”.

Nicola Miglino    

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