Colostro bovino, dati ed evidenze sull’impiego clinico

02 Settembre 2021

È un concentrato di peptidi e proteine che conferiscono significativi effetti immunologici, antibatterici e antinfiammatori. Per questo il colostro bovino è da tempo sotto la lente di ingrandimento dei ricercatori, intenti a definirne i campi di applicazione nella prevenzione e nel trattamento di numerose patologie, come quelle che affliggono il sistema gastrointestinale e respiratorio, degli adulti e dei bambini. Una recente review pubblicata su Nutrients ha fatto il punto sulle evidenze oggi disponibili rispetto all’impiego clinico. Ne abbiamo parlato con Stefano Botti, dell’Unità di Ematologia presso l’Azienda Usl-Irccs di Reggio Emilia, tra gli Autori della ricerca.

Dr. Botti, quali sono le principali differenze di composizione tra colostro bovino e umano?

Entrambi sono composti straordinari dal punto di vista dei possibili effetti benefici sul profilo metabolico nutrizionale umano. Molteplici studi hanno analizzato la composizione di queste due tipologie di colostro, evidenziando in entrambe la presenza di almeno novanta sostanze biologicamente attive ed essenziali per funzioni specifiche. Tuttavia, in letteratura è stato soprattutto il colostro bovino a essere riconosciuto per i suoi numerosi effetti benefici, riconducibili principalmente all’ambito immunologico, a quello antimicrobico e a quello antinfiammatorio. La prima differenza riguarda la disponibilità: il colostro umano è esclusivamente riservato all’accrescimento dei neonati, mentre al colostro bovino vengono applicati processi industriali agro-alimentari tali da renderlo disponibile a chiunque. Il colostro bovino è, in genere, estremamente più ricco, in termini di concentrazioni, di elementi biologicamente attivi. Questo perché, al contrario degli umani, la placenta dei bovini non fornisce al vitello alcuni degli elementi fondamentali per lo sviluppo del sistema immunitario. Pertanto, i fattori immunitari nel colostro bovino possono risultare anche 40-60 volte più concentrati di quelli del colostro umano.

Perché il colostro bovino sta suscitando così tanto interesse tra i ricercatori?

È un elemento composito naturale, privo di effetti collaterali, che può essere molto utile in ambito clinico, nella prevenzione/trattamento di varie affezioni di tipo infiammatorio, ma anche nella popolazione sana, per il miglioramento delle performance fisiche. Una vasta gamma di peptidi e proteine come lattoferrina, lattoperossidasi, varie citochine, interleuchine, che conferiscono significativi effetti immunologici, antibatterici e antinfiammatori, lo rendono particolarmente interessante per l’utilizzo clinico. Per questi motivi il colostro bovino può trovare ampi campi di applicazione nella prevenzione e nel trattamento di numerose patologie, come quelle che affliggono il sistema gastrointestinale e respiratorio, degli adulti e dei bambini. Anche i derivati del colostro bovino sono stati utilizzati per il trattamento di alcune patologie specifiche, come, per esempio, l’artrite reumatoide. Alcuni studi hanno dimostrato che sia la popolazione pediatrica, sia quella sportiva possono riscontrare benefici dall’utilizzo del colostro, proprio perché può potenziarne il sistema immunitario, digestivo e ormonale, nonché migliorare le prestazioni fisiche.

Quali sono stati i criteri di selezione della vostra review e quali gli obiettivi?

L’obiettivo di questa revisione della letteratura è quello di indagare l’efficacia del colostro bovino nella popolazione sana o affetta da varie condizioni patologiche, al fine di fornire ulteriori evidenze a supporto del suo utilizzo clinico e nutrizionale. Tale analisi è stata condotta a partire dall’ultima revisione sistematica della letteratura su questo tema, ormai risalente al 2014. I criteri di ricerca e selezione degli studi inclusi nella revisione sono stati volutamente molto accurati, allo scopo di eseguire una ricognizione il più efficace possibile di tutti gli effetti studiati, di tutti i prodotti disponibili e delle loro opzioni di somministrazione. Non si sono tenuti in considerazione gli studi effettuati sul colostro iperimmune, ottenuto alterando il profilo antigenico dei bovini, preferendo delineare le caratteristiche di efficacia dei prodotti sviluppati a partire dal composto naturale. Il processo per la ricerca delle fonti bibliografiche sulle più importanti banche dati mondiali per la selezione degli studi e il reporting ha seguito il metodo Prisma. Sono state prese in considerazione tutte le tipologie di studi primari, dai trial randomizzati e controllati, agli studi osservazionali ai case report. La qualità degli studi è stata valutata utilizzando strumenti validati specifici per i singoli disegni di studio e rappresentata attraverso tabulazioni per tipo di report, via di somministrazione e popolazione, includendo anche la rappresentazione grafica del rischio di bias dei trial randomizzati e controllati inclusi nella revisione e la definizione del livello delle evidenze portate dai singoli studi.

Quali sono i principali risultati emersi? Partiamo dall’ambito ginecologico…

La ricerca bibliografica ha restituito più di 400 record di cui 28 sono stati selezionati per essere inclusi nella revisione: 24 disponibili in full-text, 4 come abstracts. Tre studi riguardavano l’applicazione topica di prodotti a base di colostro in diverse affezioni uro-ginecologiche, dove sono emerse evidenze di efficacia nel contrastare i segni e sintomi dovuti alla secchezza vaginale, con miglioramento della funzione sessuale e della soddisfazione delle pazienti. Da confermare, invece, l’efficacia di applicazioni a base di colostro nel ridurre le lesioni di grado lieve della cervice uterina causate dal papilloma virus.

Che dire, invece, dell’impiego in ambito sportivo?

Sono stati selezionati 11 trials randomizzati e controllati sull’utilizzo dell’integrazione alimentare di colostro bovino per favorire il benessere e il miglioramento delle prestazioni fisiche in ambito sportivo. Alcuni studi suggeriscono un beneficio nel controllo delle infezioni/infiammazioni del tratto respiratorio superiore a cui sono soggetti molti sportivi. Permangono evidenze contrastanti, dovute, da un lato, alla eterogeneità degli studi e dal rischio di bias da cui erano afflitti, dall’altro, alla ancora scarsa comprensione dei processi patobiologici che legano l’intensità dello sforzo fisico e lo sviluppo di infezioni del tratto respiratorio superiore. Tuttavia, gli sportivi che assumevano colostro presentavano una carica microbica orale mediamente inferiore a chi assumeva placebo e sviluppava mediamente meno infezioni. Altra applicazione interessante in questo setting riguarda gli effetti sulla permeabilità e, in genere, sulla capacità della parete intestinale di costituire una barriera al passaggio di microrganismi nel torrente circolatorio, in condizioni di stress da calore dovuti all’attività fisica più o meno intensa. Alcuni trial hanno mostrato risultati incoraggianti sul miglioramento della performance della parete intestinale, in soggetti che assumevano colostro bovino verso placebo, misurando il passaggio di elementi batterici, l’assorbimento di zuccheri, le concentrazioni fecali di zonulina e quelle sieriche di alcuni marker dello stress da calore come I-Fabp. Tuttavia, il numero delle variabili in gioco, il basso numero di soggetti arruolati in questi trial, il rischio di bias degli stessi, presuppongono di trattare con molta cautela i risultati ottenuti, nonché la necessità di nuovi studi in questo campo.

Età pediatrica e geriatrica: quali evidenze?

L’utilizzo di colostro bovino nella popolazione pediatrica è stato oggetto di alcuni studi, mostrando risultati interessanti sul controllo della diarrea e delle affezioni delle vie respiratorie alte; tuttavia, l’eterogeneità dei setting di sperimentazione e alcuni risultati sulla sicurezza in soggetti molto fragili, suggeriscono molta cautela circa il suo utilizzo. Un solo studio ha valutato l’efficacia del colostro nella popolazione anziana fisicamente attiva, con risultati incoraggianti sul miglioramento della forza degli arti inferiori e sul riassorbimento osseo, che suggeriscono la necessità di ulteriori studi in merito.

Aree che necessitano di maggiore approfondimento?

Sicuramente l’impiego in pazienti ricoverati in terapia intensiva, dove un solo trial ha mostrato risultati incoraggianti su alcuni outcome secondari, benché non abbia inciso sulla mortalità o su altri importanti outcome.

Cosa ci si deve aspettare dalla ricerca prossima futura?

 La nostra revisione, oltre a confermare i risultati delle precedenti, ha messo in luce una serie di possibili implicazioni cliniche e non cliniche del colostro bovino. Tuttavia, malgrado siano chiare le molteplici potenzialità per il suo utilizzo, solo alcuni benefici sono stati adeguatamente studiati. Il colostro bovino sembra promuovere una serie di eventi benefici, tra cui la capacità di modulare la risposta immunitaria locale e sistemica, e alcuni benefici generici sull’omeostasi delle prime vie respiratorie e sulla parete intestinale. È evidente che il composto, nelle sue varie forme, abbia innumerevoli potenzialità a fronte di eventi avversi quasi nulli, ma in molti casi non si dispone di prove adeguate a permetterne l’implementazione nei processi clinici. Occorre pertanto un accordo nella comunità scientifica internazionale su quali possano essere i campi di utilizzo da sviluppare con maggiore efficacia, su quali siano gli end-points da perseguire con rigore scientifico, disegnando studi di efficacia di qualità elevata. Oltre alla opportunità di confermare alcuni importanti risultati, come, per esempio, quelli sulla permeabilità intestinale o l’apparato respiratorio, risulta mandatorio sviluppare linee di ricerca pre-clinica adeguate a una più ampia comprensione delle interazioni del colostro e dei suoi componenti con la biologia umana.

Nicola Miglino

 

 

 

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