Artrite reumatoide: acido folico contribuisce a ridurre il rischio cardiovascolare

04 Marzo 2020

La supplementazione con acido folico potrebbe rappresentare un’arma vincente contro la mortalità cardiovascolare dei pazienti colpiti da artrite reumatoide (Ar), secondo uno studio dell’University of Texas health science center di Houston (UThealth) pubblicato nei giorni scorsi su Jama Network Open.

Chi soffre di artrite reumatoide ha un rischio cardiovascolare notoriamente superiore rispetto alla popolazione generale. Una delle cause più accreditate è l’innalzamento dei livelli sierici di omocisteina dovuti allo stato infiammatorio. L’acido folico ha la capacità di contrastare tale effetto ma i suoi livelli possono essere compromessi in corso di terapia.

Su queste basi gli autori hanno preso in esame i dati di 683 pazienti con Ar afferenti a una coorte di un importante database americano (National health and nutrition examination study) incrociandoli con il registro nazionale dei decessi sino al 2011.

Tre i gruppi individuati in funzione dei livelli sierici di folato: a) ˂ 4,3 ng/ml (n=239); b) 4,3-8,2 ng/ml (n=234); c) > 8,2 ng/ml (n=210). Nel corso dei 17 anni di follow-up medio, si sono registrate 258 morti di origine cardiovascolare e l’incrocio dei dati ha evidenziato che per livelli sierici inferiori a 4,3 ng/ml il rischio aumentava del 50% rispetto a valori superiori, anche indipendentemente da fattori di rischio (diabete e cardiopatie) presenti al basale.

Il rischio di mortalità cardiovascolare in chi soffre di artrite reumatoide è superiore del 60% rispetto alla popolazione generale”, dice Kalyani Sonawane, docente alla UTHealth School of Public health e tra gli Autori della ricerca. “Il motivo non è ancora del tutto chiaro.  Una possibile spiegazione è che l’infiammazione cronica sistemica determini un aumento dell’omocisteinemia, noto fattore di rischio cardiovascolare. L'acido folico ha un effetto di riduzione dell'omocisteina e una sua carenza è comune nei pazienti con malattie autoimmuni, anche come conseguenza delle terapie con metotrexate, tanto che se ne suggerisce l’integrazione in caso di Ar. Il nostro è il primo studio a indagare la relazione tra livelli sierici di folato e mortalità cardiovascolare in pazienti con artrite reumatoide e i risultati suggeriscono che tale indicatore potrebbe essere considerato un fattore predittivo di rischio nella pratica clinica. Se prossimamente nuovi studi confermeranno il dato, l’integrazione con acido folico potrà rappresentare una strategia di prevenzione efficace ed economica”.

 

 

 

 

 

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