Metanalisi del Bmj: la Vitamina D riduce il rischio di morte per cancro

11 Settembre 2019

La supplementazione con Vitamina D riduce in maniera significativa il rischio di mortalità da cancro. Queste le conclusioni di una revisione sistematica e di una metanalisi dei trial clinici randomizzati condotti per valutare il legame tra integrazione di Vitamina D e mortalità per tutte le cause pubblicata sul British medical journal.

Conosciuta da tempo per i suoi effetti sulla salute delle ossa, negli ultimi anni parecchi studi hanno evidenziato un potenziale ruolo dell’integrazione con Vitamina D in ambito cardiovascolare, sul sistema immunitario, nello sviluppo neonatale, a livello endocrino e anche in area oncologica.
Un gruppo di ricercatori cinesi, guidati da Yu Zhang, dell’Ospedale universitario di Cheng, capoluogo della provincia sud-occidentale di Sichuan, in collaborazione con Andrew Faramand, dell'University of Pittsburgh medical center, ha operato una selezione di 52 trial dai principali database della letteratura scientifica a partire dalla loro nascita sino a dicembre 2018, scegliendo studi clinici randomizzati che avessero preso in considerazione la mortalità associata ad assunzione di Vitamina D rispetto a placebo o nessun trattamento.
Nel complesso, sono stati raccolti dati su 75.454 persone. I risultati hanno evidenziato un’assenza di correlazione tra integrazione di vitamina D e mortalità per qualsiasi causa, mortalità cardiovascolare, non oncologica, non cardiovascolare.


Di contro, si è registrata una riduzione significativa pari al 16% del rischio di mortalità da cancro.
Dall’analisi per sottogruppi, inoltre, la mortalità per qualsiasi causa è risultata significativamente più bassa con l’impiego di Vitamina D3 anziché con la D2.
“Il nostro lavoro suggerisce che l’integrazione con Vitamina D non abbia un effetto clinico rilevante sulla mortalità per qualsiasi causa” commentano gli autori. “La riduzione per mortalità da cancro, però, è significativa e riteniamo appropriato proporre interventi mirati a questo obiettivo. Riteniamo anche importante l’indicazione che, nella mortalità da tutte le cause, un ruolo protettivo sembra poter esser giocato dalla forma D3 piuttosto che dalla D2, come peraltro confermato senza alcun dubbio nella riduzione della mortalità da cancro. Altra evidenza dall’analisi per sottogruppi, è che la mortalità per qualsiasi causa è risultata significativamente inferiore nei trial con follow up più lunghi, così come i benefici in ambito oncologico si sono osservati in studi clinici con follow up superiore ai tre anni”.


Sono necessari ulteriori ricerche in questo ambito e c’è molta attesa per alcuni trial in corso, a partire dal D-Health, che ha appena concluso il reclutamento di 21.315 partecipanti ed è teso a valutare, nell’arco di cinque anni l’effetto di alte dosi di vitamina D 60 mila Ui/mese) nella prevenzione di mortalità e cancro in soggetti tra i 60 e 79 anni. Simile è il Vidal trial, che indagherà gli effetti sulla mortalità di una somministrazione intermittente di alte dosi di Vitamina D (60 mila Ui/mese) in soggetti di età 65-84.
Infine, il Do-Health trial, che ha reclutato 2.152 partecipanti over 70 in cinque paesi europei per verificare se la Vitamina D sia in grado di prevenire alcune malattie e i cui risultati sono attesi per il prossimo autunno. In tutti e tre i trial è impiegata Vitamina D3.

 

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