Nessuna influenza della dieta sulla progressione di artrosi e artrite reumatoide

09 Giugno 2022

Impatto scarso e clinicamente poco significativo. Questo il giudizio finale sul ruolo che la dieta può giocare nella prognosi della malattia degenerativa osteoarticolare, secondo una review della letteratura condotta dall’European alliance of associations for rheumatology (Eular). Era il 2018 quando l’Eular decise di costituire un gruppo di lavoro volto a verificare quanto dieta, peso corporeo, attività fisica e consumo di alcol potessero avere ricadute sul quadro fisiopatologico ed è dei giorni scorsi la pubblicazione su Rmd Open, rivista del gruppo Bmj, dei risultati inerenti gli aspetti nutrizionali.

Sono state prese in esame review sistematiche di studi randomizzati controllati e osservazionali che hanno valutato l'impatto di nutrienti/integratori alimentari su dolore, danno articolare e funzione fisica di sette tra le più comuni patologie reumatiche e muscoloscheletriche: artrosi, artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, spondiloartrite, artrite psoriasica, sclerosi sistemica e gotta.

In tutto, si tratta di 24 revisioni sistematiche, pubblicate tra il 2013 e il 2018 e 150 articoli di ricerca originali, senza alcuna restrizione sulla data di pubblicazione.

La maggior parte dei lavori ha valutato artrosi e artrite reumatoide, esaminando l’impatto di cibi di origine animale e vegetale, diete specifiche, singoli nutrienti, integratori vitaminici e minerali.

L'analisi ha mostrato che per gli interventi dietetici in caso di artrosi (olio di pesce, condroitina, glucosamina, vitamina D, avocado e soia), l'impatto sulla progressione della malattia si è rivelato generalmente modesto e non clinicamente significativo.

Anche per l'artrite reumatoide le evidenze sono state definite scarse, principalmente a causa del numero esiguo di studi e partecipanti. Alcuni dati più confortanti si sono avuti per probiotici, vitamina D, olio di pesce/omega-3, ma niente di rilevante sul piano clinico.

Le evidenze per gli Omega-3 nel lupus eritematoso sono state classificate come modeste, senza però beneficio clinico. Lo stesso, se non peggio, per spondilartrite, artrite psoriasica, sclerosi sistemica e gotta.

“Sulla base della letteratura disponibile, è improbabile che il consumo di nutrienti specifici influisca sulla progressione della malattia”, concludono gli Autori. “Ciò non toglie, però, che sia importante che i pazienti mangino in modo sano, evitando in particolare di prendere peso”.

Nicola Miglino

 

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