Dall’analisi emerge, innanzitutto, una scarsa preparazione sull’intestino, considerato che solo il 41,7% del campione dichiara di conoscerne struttura e funzionamento. Il livello di conoscenza è leggermente più alto tra le donne rispetto agli uomini (44% vs 40%). Rassicurante, però, il fatto che nel 76,2% dei casi è emerso il desiderio di saperne di più.
Una serie di domande, poi, si è concentrata sulla percezione dello stato di salute del proprio intestino, con il 56,6% degli intervistati che ha dichiarato di aver avuto negli ultimi 2-3 anni una salute intestinale ottima o buona. Tra i disturbi più frequenti, il gonfiore addominale, sofferto occasionalmente dal 56,6% del campione.
Tra le attività ritenute più importanti per avere un intestino sano spiccano la corretta alimentazione (per il 42,6% degli intervistati, è il primo aspetto da considerare), la ricerca di pasti regolari (21,7%) e la pratica di attività antistress e di relax mentale (16,6%).
Infine, l’asse intestino-cervello. Di che si tratta? Il 24% degli intervistati non ne sa nulla, il 57,7% ne ha sentito parlare, ma ne sa pochissimo e solo il 18,4% dichiara di essere bene informato. Eppure, il 79% ritiene che il cervello influisca sull’intestino, mentre solo per il 41,2% l’influenza è reciproca. Nella percezione generale, però, c’è la consapevolezza (60,2%) che stati di disequilibrio del microbiota intestinale possano influenzare il tono dell’umore, la risposta allo stress e le funzioni cognitive.
Così commenta Cosimo Finzi, Sociologo e direttore di AstraRicerche, alla presentazione dei dati durante il corso di formazione per giornalisti “Media e microbiota: conoscere e divulgare la connessione tra intestino e cervello” tenutosi lo scorso aprile, con il contributo non condizionato di Yakult Italia: “C’è ancora molta strada da fare in termini di informazione ed educazione per rendere consapevoli i nostri connazionali dell’importanza del nostro intestino sia per la salute in generale, sia per quanto riguarda il benessere psicologico”.