Il Policlinico di Milano brevetta formaggio per pazienti con insufficienza renale

20 Aprile 2022

I pazienti con insufficienza renale o in dialisi potranno tornare ad apprezzare il gusto di prodotti caseari ritenuti, finora, proibiti. Il merito va a un’invenzione made in Italy, frutto della collaborazione tra un medico del Policlinico di Milano e un imprenditore di prodotti caseari che hanno messo a punto un formaggio dal quale viene eliminato il pericolo fosfati, autentico nemico di reni in difficoltà.

"I pazienti in dialisi o che hanno un'insufficienza renale devono seguire una dieta con molte privazioni, perché i loro reni non riescono più a smaltire adeguatamente le scorie in eccesso”, spiega Gianluigi Ardissino, specialista della Nefrologia, Dialisi e Trapianto pediatrico al Policlinico di Milano e inventore del metodo, definito FriP, insieme ad Antonio Groppelli. “Per esempio, devono fare attenzione a certe verdure per non accumulare troppo potassio, e devono evitare i formaggi per non assumere troppi fosfati, che se si accumulano nel sangue portano a una aterosclerosi precoce. La tecnologia FriP consente invece di produrre formaggi i cui fosfati non vengono assorbiti dall'intestino, ed è addirittura in grado di evitare l'assorbimento di quelli contenuti in altri alimenti: in questo modo il paziente può tornare a mangiare prodotti caseari e ha un migliore controllo sulla propria salute senza assumere ulteriori farmaci".

L'intuizione alla base della tecnologia FriP è venuta ad Ardissino pensando ai neonati, il cui nutrimento consiste esclusivamente nel latte, naturalmente ricco di fosfati. Se, però, hanno un problema renale alla nascita, possono fare ricorso a latti speciali, formulati con ridotto contenuto di fosfati. Negli anni Novanta, però, tutto ciò non era ancora disponibile: per questo i medici aggiungevano al latte del carbonato di calcio, capace di catturare i fosfati, neutralizzandoli. Un processo di chelazione che porta a eliminare i fosfati attraverso l'intestino, evitando così di sovraccaricare i reni.

Il formaggio prodotto col metodo FriP funziona allo stesso modo: viene arricchito con carbonato di calcio così da bloccare i fosfati nell'alimento già durante la produzione e da chelare quelli eventualmente contenuti in altri alimenti, se assunti a poca distanza dal formaggio FriP.

"Questa nuova tecnologia potrebbe avere un impatto significativo sulla qualità di vita dei pazienti con insufficienza renale”, sottolinea Ezio Belleri, direttore generale del Policlinico di Milano. “Un dializzato, in media, ha 60-75 anni e quando la sera torna a casa magari sfinito da una dialisi pesante deve pure seguire una dieta con molti divieti. In mezzo a tante privazioni, poter offrire un alimento sano invece che una pillola in più dà il vero senso del nostro mestiere: quello di fare ricerca, trovare nuove soluzioni ai problemi di salute e metterle immediatamente a disposizione delle persone".

In questo momento qualche formaggio prodotto con la tecnologia FriP è disponibile in via sperimentale, grazie all'interessamento delle associazioni di pazienti. L'obiettivo, dopo una fase di test, è rendere i prodotti FriP disponibili su scala più ampia.

“La missione del Policlinico di Milano è sempre stata quella di sperimentare e trovare nuovi metodi di cura, nuovi dispositivi e invenzioni per migliorare la qualità della vita dei nostri pazienti”, conclude Marco Giachetti, presidente dell’Ospedale. “Anche, però, grazie allo sfruttamento dei nostri terreni ricevuti in donazione nel corso dei secoli, di produrre cibo di qualità come latte, riso e yogurt da filiere sicure, corte e sostenibili, certificato dai nostri medici. In questo caso abbiamo la possibilità di produrre alimenti funzionali, in grado cioè di aiutare chi soffre di certe patologie ad avere un’alimentazione equilibrata o migliorare certe situazioni patologiche. Il prossimo passo sarà quello di utilizzare il latte proveniente dalle cascine dell’Ospedale per avviare una produzione autonoma del FriP a marchio Ca’ Granda, con filiera biologica, corta e garantita aumentando ulteriormente il nostro supporto ai pazienti nefropatici dell’area milanese e lombarda”.

Nicola Miglino

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