Il ruolo di L. casei Shirota nella composizione del microbiota degli anziani

21 Ottobre 2021

In collaborazione con Yakult Italia

Il consumo di probiotici mirati e selezionati aiuta a preservare qualità e variabilità del microbiota intestinale con il passare degli anni. A queste conclusioni è giunto uno studio giapponese, pubblicato su Scientific reports, rivista del gruppo Nature, che ha voluto indagare, in una popolazione anziana, il tasso di variabilità del microbiota intestinale nel corso di un anno e come questo possa essere influenzato dall’assunzione regolare di una bevanda a base di latte fermentato con L. casei Shirota (LcS).

La ricerca si è concentrata su un gruppo di 218 giapponesi afferenti al Nakanojo Study, che da circa 20 anni tiene sotto osservazione la comunità di Nakanoja, studiandone, nella fascia di età over 65, la correlazione tra attività fisica e salute.

Attraverso campioni di feci prelevati annualmente per almeno due anni, e in virtù di un’analisi con test specifici per la misurazione della variabilità intra e inter-individuale del microbiota intestinale, i ricercatori hanno valutato la stabilità della flora batterica intestinale nel corso di un anno.

I risultati indicano che ben il 9% del campione (n=19) ha fatto registrare notevoli cambiamenti nella composizione del microbiota intestinale nell’arco di 12 mesi, con una vera e propria sostituzione delle famiglie batteriche predominanti. Tra quanti avevano fornito campioni di feci per due o più anni, si è visto che tali trasformazioni tendevano a permanere nel tempo.

Andando, poi, a verificare la variabilità nella composizione del microbiota di coloro che hanno consumato latte fermentato con LcS, negli ultimi dieci anni, per almeno 3 volte a settimana, si riscontrava maggiore stabilità della flora intestinale, addirittura cinque volte maggiore a quella di coloro che lo hanno consumato in numero ridotto o nullo, con maggiore conservazione di Ruminococchi e Lactobacilli.

In aggiunta, sottolineano gli Autori, LcS è noto per la sua capacità di favorire la proliferazione di specie benefiche quali bifidobatteri e lattobacilli e di contribuire alla prevenzione di insorgenza di infezioni che richiederebbero l’impiego di farmaci deleteri per i microrganismi intestinali.  Un insieme di effetti che, a loro giudizio, giustifica il mantenimento e la stabilizzazione del quadro microbico.

E concludono: “Il nostro studio suggerisce che cambiamenti radicali e peggiorativi del microbiota intestinale potrebbero verificarsi, nel breve giro di un anno, in un giapponese anziano su dieci, con ricadute anche negli anni successivi. I risultati mettono in evidenza, innanzitutto, l’importanza dello stile di vita nel mantenere un microbiota stabile. Inoltre, per la prima volta abbiamo potuto dimostrare l’influenza di probiotici, in particolare LcS, nel mantenere equilibrio e stabilità nella microflora batterica intestinale. La sfida ora, per verificare un possibile impatto sulla salute pubblica, è approfondire i meccanismi alla base di tali effetti e verificarne i benefici per la salute degli anziani”.  

 

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