Un gruppo di ricercatori giapponesi ha infatti condotto uno studio controllato randomizzato su 96 impiegati di età compresa tra i 30 e i 49 anni, che, durante il periodo invernale, hanno consumato una volta al giorno per tre mesi latte fermentato a base di L. casei Shirota (LcS-Fm) o un latte “placebo” di controllo (Cm, Control milk, senza probiotico). Alla fine del periodo di test si sono andati a verificare l’incidenza di infezioni alle alte vie respiratorie, nonché alcuni marker immunologici.
Sul primo fronte, i risultati indicano che nel gruppo LcS-Fm il rischio di sviluppare infezioni delle vie aeree superiori si è dimezzato rispetto a quanto osservato nei soggetti che non hanno ricevuto il probiotico (22,4% rispetto a 53,2%). Inoltre, nei soggetti che hanno consumato LcS e che hanno manifestato ugualmente un’infezione respiratoria, questa è risultata meno grave ed è durata meno giorni, rispetto al gruppo placebo.
L’attività delle cellule Natural killer è risultata superiore nel gruppo LcS-Fm, mentre il gruppo di controllo ha evidenziato maggiori livelli di cortisolo salivari. La secrezione di IgA salivari è invece ugualmente aumentata nei due gruppi.
Così concludono gli Autori: “Molti studi clinici hanno valutato l’utilità di diversi ceppi probiotici contro infezioni delle alte vie respiratorie, quali il comune raffreddore e l’influenza, nella stragrande maggioranza dei casi in popolazione pediatriche o geriatriche. I risultati del nostro studio suggeriscono che l'assunzione giornaliera di latte fermentato con L. casei Shirota sia in grado di ridurre il rischio di infezioni dell’alte vie respiratorie anche in soggetti adulti e sani, probabilmente attraverso la modulazione del sistema immunitario”.