Integrazione in ginecologia, l’evidenza scientifica

20 Novembre 2019

L’integrazione alimentare nelle varie fasi della vita di una donna è uno dei capitoli centrali del documento pubblicato di recente da Integratori Italia (Review scientifica sull’integrazione alimentare: evidenze dalla ricerca scientifica e nuove frontiere di sviluppo), teso a fare il punto sui dati che la ricerca scientifica ha prodotto in questi ultimi anni.

“Nel corso della vita” - si legge - “la donna affronta diverse fasi di cambiamento fisiologico particolarmente delicate, in cui è necessario prestare particolare attenzione a soddisfare le necessità nutrizionali per mantenere una condizione di benessere generale. I principali cambiamenti sono rappresentati dalla comparsa del menarca, dal progressivo sviluppo osseo e muscolare durante l’adolescenza, da gravidanza e allattamento, precedute spesso da una fase di controllo della fertilità mediante l’utilizzo di contraccettivi orali, e infine, dalla delicata fase della menopausa, in cui il decremento degli estrogeni causa l’alterazione della funzione di molti sistemi della donna, in primis termoregolazione, stabilità vasomotoria e ritmo sonno-veglia”.

Così Vincenzo De Leo, direttore della Scuola di specializzazione in Ginecologia e Ostetricia dell’Università degli studi di Siena “Tra le sostanze di maggiore efficacia per il trattamento di un disturbo invalidante come la dismenorrea, disturbo ginecologico che interessa circa il 60% delle donne, ci sono le vitamine B1 e E, gli acidi grassi omega-3 e, tra gli integratori a base di erbe, la cannella e il finocchio. Per la menopausa, negli ultimi anni si sono affermati come terapie i fitoestrogeni, prodotti nutraceutici che, oltre a rappresentare una buona alternativa alla terapia ormonale sostitutiva, si sono dimostrati in grado di esercitare una spiccata attività antiossidante e antinfiammatoria. Un recente studio randomizzato giapponese ha dimostrato che gli isoflavoni hanno anche un effetto sui sintomi psicologici della menopausa”.

Non solo: le diete a basso apporto calorico e quelle dimagranti, i disordini alimentari e la scelta di regimi vegetariani rendono la popolazione femminile ancora più a rischio di squilibri nutrizionali. La gravidanza e l’allattamento, inoltre, necessitano spesso di supporto nutrizionale per mantenere la salute della madre e del nascituro.

“Gli studi sugli apporti nutrizionali evidenziano, nelle donne, la carenza cronica di alcuni elementi come ferro, acido folico, calcio, magnesio e di molte vitamine, sia durante il periodo adolescenziale sia in età adulta: elementi che possono essere integrati attraverso la supplementazione".

 

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