Il cibo giapponese è un utile supporto per rallentare la progressione di danno al fegato in chi soffre di steatosi epatica non alcolica (Nash). A sostenerlo, un recente studio pubblicato su Nutrients da un gruppo di ricercatori della Osaka University.

Integratori ricchi di idrossitirosolo e vitamina E per il trattamento della steatosi epatica non alcolica e della fibrosi correlata in età pediatrica. Una prospettiva aperta da uno studio italiano da poco pubblicato su Nutrients che ha visto la collaborazione tra l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, il Centro obesità dell'Università Politecnica delle Marche e l’Università di Messina. A parlarcene, Anna Alisi, responsabile dell’Unità di Genetica molecolare dei caratteri complessi al Bambino Gesù e coordinatrice della ricerca.

Recentemente è stato segnalato un aumento del rischio di steatosi epatica non alcolica in pazienti con celiachia, costretti a seguire una dieta priva di glutine. Principale indiziata, la composizione nutrizionale degli alimenti senza glutine confezionati. Ipotesi, però, non sufficientemente indagata. Un utile contributo al tema arriva da uno studio di alcuni ricercatori bolognesi pubblicato su Nutrients. Ne abbiamo parlato con Francesco Tovoli, del dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche dell’Università di Bologna e coordinatore dello studio.

Non è noto se sia possibile modificare con la dieta le concentrazioni sieriche di catepsina (CatD), una peptidasi aspartata che svolge un ruolo nel turnover proteico e può essere coinvolta nella fibrogenesi epatica.

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