Il mercato dei funghi medicinali offre un arsenale di prodotti proposti per la prevenzione di numerose malattie o fattori di rischio. Sebbene siano considerati tali da non destare preoccupazione, una recente ricerca pubblicata su Nutrients (Autori: S. Risoli, C. Nali, S. Sarrocco, A. Cicero, A. Colletti, F. Bosco, G. Venturella, A. Gadaleta, I. Marcotuli) ne ha messo in evidenza alcuni limiti in grado di minarne l’efficacia e la sicurezza. Ne abbiamo parlato con Alessandro Colletti, del dipartimento di Scienza e Tecnologia del farmaco all’ Università degli studi di Torino.

È dei mesi scorsi la pubblicazione sul Journal of food composition and analysis di un lavoro che, in virtù di un’analisi qualitativa su una serie di prodotti contenenti estratti di Cranberry distribuiti sul mercato americano, ripropone il tema della sicurezza dei botanicals. Ne abbiamo parlato con Alessandro Colletti, del dipartimento di Scienza e tecnologia del farmaco dell’Università degli Studi di Torino, delegato macroregionale Sinut (Società italiana di nutraceutica).

Funghi come stimolanti del sistema immunitario. Un’area di applicazione clinica che sta suscitando grande interesse tra gli scienziati e che ha visto da poco pubblicati su PlosOne i risultati di uno studio che conferma la capacità di agire sui globuli bianchi di alcuni ceppi specifici.

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