Il consumo giornaliero di due o più bevande zuccherate raddoppia il rischio di tumore dell’intestino, almeno nelle donne, prima dei 50 anni. Non solo: una bibita al giorno fa crescere il rischio del 16%, e del 32% negli adolescenti. Questi i risultati di una nuova ricerca pubblicata su Gut, rivista del gruppo Bmj.

A determinare il rischio cancro colo-rettale è un insieme di elementi tra loro strettamente concatenati: dieta, microbiota, vitamina D e infiammazione. L’alterazione di tale equilibrio aggrava pesantemente il pericolo della malattia. A sottolinearlo, una ricerca coordinata dall’Istituto europeo di oncologica di Milano e pubblicata su Nutrients.

Il consumo di cereali integrali rappresenta una valida strategia per garantire il benessere del tratto gastrointestinale a lungo termine e ridurre il rischio di insorgenza di cancro, soprattutto quello del colon-retto. La conferma da una review appena pubblicata su Nutrients che ha voluto indagare i dati oggi disponibili sulla relazione tra assunzione di cereali integrali e prevenzione dei tumori gastrointestinali, con particolare attenzione a quelli di colon-retto, stomaco ed esofago. Ne abbiamo parlato con Valeria Gasperi, ricercatrice di Biochimica presso il dipartimento di Medicina sperimentale dell’Università Tor Vergata di Roma, tra gli Autori del lavoro insieme a Maria Valeria Catani, Isabella Savini e Valentina Tullio.

Poche tazze di caffè per rallentare la progressione di malattia e aumentare la sopravvivenza in caso di ca colorettale metastatico. Un’ipotesi che ora si basa su dati concreti provenienti da uno studio osservazionale prospettico pubblicato su Jama Oncology. Come tale, non dà ovviamente informazioni su un rapporto causa-effetto, ma quanto visto non soltanto conferma indicazioni precedenti relative a forme non metastatiche ma pone le basi per futuri trial clinici di intervento.

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