Un mercato in salute, che vede farmacie e parafarmacie a farla da padrone ma con il canale della grande distribuzione che sfiora i 500 milioni di euro annuo di fatturato.

Emanata nei giorni scorsi una Nota del Ministero della salute sugli standard di qualità delle materie prime e buone pratiche di fabbricazione degli integratori.

Dagli Stati Uniti arriva un’avvertenza sul rischio soffocamento per gli anziani con compresse di integratori troppo grandi da deglutire. La segnalazione giunge da un’analisi condotta da ricercatori dell’Fda e dei Cdc sui dati relativi agli eventi avversi da integratori segnalati nel decennio 2016-2015 al Center for food safety and applied nutrition adverse event reporting system (Caers) dell’Fda. Il report è stato pubblicato sugli Annals of internal medicine.

L’impiego di sostanze e preparati vegetali (cosiddetti botanicals) negli integratori alimentari è attualmente disciplinato dal Decreto ministeriale 10 agosto 2018, che con Decreto dirigenziale 9 gennaio 2019 è stato modificato per quanto concerne l’allegato 1. Quest’ultimo contiene l’elenco delle piante ammesse e relative parti, corredate, ove del caso, da disposizioni supplementari per l’impiego. L’elenco è affiancato dalle indicazioni di riferimento per gli effetti fisiologici delle linee guida ministeriali in materia, che non fanno parte del DM 10 agosto 2018 come modificato nell’allegato 1 dal decreto 9 gennaio 2019.

Resta fermo che sostanze, preparati ed estratti ottenuti dalle piante elencate ma privi di una storia di consumo significativo si configurano come novel food ai sensi del Regolamento (UE) 2015/2283.

Fonte: Ministero della salute

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