No alla carbofobia, ma necessità di valorizzare al meglio alcuni aspetti di qualità dei carboidrati, la nostra principale fonte di energia.  Questo il messaggio che emerge dal confronto tra ricercatori, nutrizionisti, clinici ed epidemiologi riunitisi di recente a Catania per il V Convegno dell’International Carbohydrate quality consortium (Icqc), organizzazione internazionale senza scopo di lucro fondata da Walter Willett dell’Università di Harvard e David Jenkins dell’Università di Toronto per supportare e diffondere le conoscenze sulla relazione tra carboidrati di origine alimentare e salute.

Chetogenica o a basso contenuto di grassi e ricca in carboidrati. Su quale dieta sia il miglior metodo per contrastare l’eccesso calorico e il rischio di obesità ha cercato di far chiarezza un gruppo di ricercatori americani del National institute of diabetes and digestive and kidney diseases, afferente ai National institutes of health (Nih), con uno studio pilota, pubblicato su Nature medicine, che ha coinvolto 20 persone con l’obiettivo di individuare gli effetti di un approccio Low-fat (Lf) piuttosto che Low-carb (Lc) sull’introito energetico.

Un ampio quadro del mondo della nutrizione che da una parte mostra la bellezza della biochimica che ne regola il funzionamento e, dall’altra, i fallimenti dell'establishment medico nella sua demonizzazione di ciò che è “grasso” e delle diete a basso contenuto di carboidrati e chetogeniche.

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