Covid-19 ha trasformato il panorama economico e dei consumi, modificando il nostro modo di vivere, lavorare e fare acquisti. Il mercato che ruota intorno ai temi di salute e benessere è risultato, inevitabilmente, tra i più coinvolti, considerato l’impatto clinico della malattia. I riflessi di tutto ciò si sono visti anche sul fronte dell’interesse rivolto al mondo degli integratori alimentari, così come appare dall’osservatorio del comparto industriale deputato all’approvvigionamento delle materie prime.

Abbiamo incontrato, per una fotografia della situazione, Marco Caspani, presidente del Gruppo Miaf (Gruppo materie prime per integratori alimentari e alimenti funzionali) che, in seno a Federchimica, rappresenta 17 imprese che producono e commercializzano materie prime destinate alla preparazione di integratori alimentari e alimenti funzionali.

Dr. Caspani, qual è stato l’impatto della pandemia sulla crescita dell’interesse verso l’ambito dell’integrazione nutrizionale?

A causa della diffusione della pandemia, è emersa una nuova opportunità per gli integratori alimentari. A dicembre 2020 erano già stati pubblicati oltre 25 mila articoli scientifici su Covid-19 e, nello stesso tempo, non solo scienziati ma anche consumatori hanno mostrato interesse per il mondo della supplementazione. Considerando i dati globali e nazionali riguardanti il mercato degli integratori prima della pandemia, è stato pronosticato un aumento di circa il 7% annuo fino al 2025.

Al di là del grave decorso clinico della malattia, possiamo dire che Covid-19 ha esacerbato in molti casi fenomeni di ansia, tensione e stress?

Le preoccupazioni pandemiche a lungo termine hanno avuto un impatto sul benessere, causando disturbi quali insonnia, incapacità di concentrarsi, indebolimento del sistema immunitario, deficit dei livelli di attenzione e vitalità. Diventando sempre più consapevoli dell’impatto di quella che potrei definire “stanchezza pandemica” sulla loro salute, i consumatori cercano nuovi modi per ricaricarsi, ricorrendo a prodotti a supporto di stati di bisogno energetico, stress, bassa qualità del sonno, confusione mentale e immunità.

Vediamo i segmenti di mercato: cosa è successo sul fronte degli integratori legati all’efficienza del sistema immunitario?

La dimensione del mercato globale degli integratori per la salute immunitaria è stata di 18,22 miliardi di dollari nel 2020. Il mercato globale ha mostrato una crescita considerevole dell'11,6% nel 2020 rispetto alla crescita media anno su anno nel periodo 2017-2019. Si prevede che il mercato crescerà da 20,18 miliardi di dollari nel 2021 a 31,50 miliardi di dollari nel 2028 con un tasso di crescita annuale pari al 6,6% nel periodo 2021-2028. Vitamine e minerali sono stati i primi beneficiari, ma la gamma di prodotti legati all’immunità si è espansa rapidamente, soprattutto in Europa. L’Europa è la regione più attiva e in più rapida crescita quando si tratta di claim di immunità su alimenti e integratori, dove si è verificato il 45% di tutti i lanci di nuovi prodotti monitorati a livello globale nel 2020.

Su altri fronti?

Per quanto riguarda la salute mentale, a farla da padrone sono ancora oggi le molecole naturali. Acidi grassi Omega-3, acetil-L-carnitina e citicolina sono alcune delle sostanze naturali chiave maggiormente utilizzate. I prodotti estrattivi a base di erbe dovrebbero registrare il maggior tasso di crescita annuale tra il 2021e il 2028. Erbe come ginkgo biloba, ginseng, criniera di leone, curcumina ed echinacea stanno decisamente guadagnando terreno in questi anni. Lo stesso mercato globale degli integratori di bellezza sta crescendo a gran ritmo e si prevede un incremento significativo nei prossimi anni: è stato valutato a 2.451 milioni di dollari nel 2018 e si prevede che raggiungerà i 3.721 milioni entro il 2027.

Anche l’ambito sportivo ha registrato un notevole impulso….

La dimensione del mercato globale della nutrizione sportiva è stata valutata a 10,7 miliardi di dollari nel 2020 e si prevede che si espanderà dal 2021 al 2028 a un tasso di crescita annuo dell’11%. La consapevolezza dell'aumento del rischio di malattie gravi nei pazienti Covid-19 affetti da obesità, diabete e malattie cardiache ha sicuramente aumentato la partecipazione alle attività di fitness, guidando il consumo di integratori alimentari su questo fronte. Collegato a questo settore, c’è quello degli integratori per la salute di ossa e articolazioni, un mercato stimato a 9,9 miliardi di dollari nel 2020 e che raggiungerà i 14,7 miliardi di dollari entro il 2027, crescendo del 5,8% all’anno.

Qual è il quadro generale che emerge dai dati di mercato?

Sicuramente abbiamo consumatori più consapevoli dell’importanza di curare il proprio stato fisico, di aumentare le proprie difese immunitarie e più disponibili a farlo tramite l’utilizzo di integratori alimentari. Si tratta di persone più informate sugli ingredienti, e in grado di scegliere il proprio integratore in base alle materie prime presenti in formula. La crisi pandemica ha dato un grande impulso alla ricerca clinica su materie prime naturali, in particolare in ambito immunitario e cognitivo e i produttori delle materie prime dovranno tenere conto di questo nuovo scenario, dando risposte di ancora maggiore qualità e supporto scientifico.

Nicola Miglino

 

La somministrazione di 1,25(OH)2-vitamin D3 potrebbe rivelarsi utile nel trattamento di pazienti maschi colpiti da Covid-19. Queste le conclusioni di uno studio italiano multicentrico che ha coinvolto 117 pazienti, suddivisi in persone con malattia in corso, guariti e mai infettati, che ha voluto indagare il rapporto tra livelli ematici di vitamina D e grado di malattia, nonché la relazione con i valori di interleuchina-6 (Il-6), molecola coinvolta nella tempesta citochina che caratterizza l’evoluzione clinica dell’infezione. I risultati dello studio sono stati pubblicati di recente su Nutrients.

L’impiego di curcumina in pazienti Covid-19, associato alle terapie convenzionali, potrebbe portare a una diminuzione significativa dei sintomi, della durata del ricovero e della mortalità. In aggiunta, l’intervento sembra in grado di aumentare i livelli di citochine antinfiammatorie quali Il-10, Il-35 e Tgf-α e ridurre quelli di Il-6 e Il-1 beta, ad azione pro-infiammatoria. Sono i risultati di una revisione sistematica dei più recenti studi clinici presenti in letteratura sull’impiego di curcumina in pazienti Covid-19, pubblicata nei giorni scorsi su Nutrients.

Le proteine ​​del siero di latte stanno incontrando l'interesse di molti ricercatori per le numerose proprietà biologiche intrinseche, partire da quelle antimicrobiche. Negli ultimi due anni, poi, si registra un gran fermento intorno alla lattoferrina, poiché studi in vitro ne hanno dimostrato un'importante attività antivirale anche contro Sars-CoV-2. Per fare il punto, abbiamo rivolto alcune domande a Giovanni Antonini, Professore Ordinario di Biologia molecolare all’Università Roma Tre, nonché presidente dell’Istituto nazionale biostrutture e biosistemi (Inbb), tra gli Autori di una recente review sull’argomento pubblicata sul Journal of functional food.

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