Il consumo di flavonoidi (antocianidine e flavanoni in particolare, di cui, rispettivamente, sono ricchi frutta rossa e agrumi), protegge dal rischio di insorgenza di tumore del colon-retto e influenza la composizione del microbiota ematico. Queste le conclusioni di uno studio caso controllo finanziato dalla Fondazione Airc, condotto da un gruppo di ricercatori italiani e pubblicato di recente su Nutrients. A parlarcene, Marta Rossi, ricercatrice presso il dipartimento di Statistica medica, biometria ed epidemiologia “GA Maccacaro”, dell’Università degli studi di Milano e coordinatrice della ricerca.

Una dieta tipicamente occidentale o “all’americana”, abbondante in carni rosse ultralavorate e zuccheri raffinati, potrebbe essere alla base del rischio di sviluppare cancro del colon retto attraverso un’alterazione del microbiota intestinale. L’ipotesi nasce dai risultati di un lavoro pubblicato di recente su Gastroenterology.

Il consumo di pesce in scatola riduce di oltre il 30% il rischio di insorgenza di tumore del colon-retto. A segnalarlo, uno studio, condotto dall’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs di Milano, nell’ambito delle attività dell’Italian institute for planetary health (Iiph, società consortile nata nel 2019 tra il Mario Negri e l’Università Cattolica del Sacro Cuore), in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, i cui risultati sono stati pubblicati su Nutrients.

È sempre più frequente l’impiego di integratori in persone guarite dal cancro o in corso di malattia, nella convinzione che possa rappresentare un utile freno alla comparsa di recidive. Una fotografia del fenomeno arriva dal Regno Unito, grazie a una ricerca pubblicata su Cancer, organo ufficiale dell’American cancer society, che ha visto la collaborazione tra l’University college London e il Leeds institute of health science.

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