Scoppia la moda della frutta esotica made in Italy con le coltivazioni che in meno di tre anni sono raddoppiate superando i mille ettari fra Puglia, Sicilia e Calabria per affrontare le nuove temperature bollenti causate dai cambiamenti climatici. Tra i prodotti più in voga, l’avocado, che, secondo il rapporto Agricultural Outlook 2021-2030 di Ocse e Fao sarà il frutto tropicale più commercializzato entro il 2030, anno in cui la produzione dovrebbe arrivare a 12 milioni di tonnellate superando ananas e mango.

Una delle tendenze nutrizionali degli ultimi anni è quella di cercare di arricchire l’alimentazione di chi ha patologie croniche di alimenti funzionali che contribuiscano alla salute e alla migliore gestione della patologia stessa.  Il frutto del Persea americana Mill., comunemente noto come avocado, contiene un'alta quantità di lipidi e minerali essenziali come magnesio, potassio e fosforo nel mesocarpo. Dal mesocarpo si ricava, usando tecniche meccaniche o naturali a basse temperature (<50 ° C) e senza raffinazione, anche l'olio di avocado vergine, ad alto contenuto oleico.

 

Il consumo di una dieta ricca di olio d'oliva è stato associato alla ridotta incidenza di malattie cardiovascolari e cancro, e questi effetti benefici sono in larga misura attribuibili all'acido oleico (C18 n-9), il principale componente dell'acido grasso dell'olio di oliva.

L’ acido oleico previene il rischio di sviluppare l'artrite reumatoide aumentando i livelli di leucotriene A3, un potente inibitore della Ltb4 pro-infiammatoria; nelle cellule HT-29 del carcinoma del colon-retto, promuove l'apoptosi e la differenziazione cellulare attraverso la downregulation della ciclossigenasi e l'espressione di Bcl-2.

Nelle cellule di carcinoma mammario, l'acido oleico riduce sia l'espressione dell'oncogene Her-2/ neu, agendo sinergicamente con il farmaco antitumorale trastuzumab, sia la perossidazione lipidica nella membrana.

Un complesso formato da α-lattalbumina umana e acido oleico, chiamato Hamlet, ha dimostrato di avere un'attività apoptotica che porta alla morte selettiva delle cellule tumorali, ma esistono prove recenti che l'attività biologica degli acidi grassi insaturi a catena lunga, incluso l'acido oleico, possa essere attribuita al loro effetto di perturbare la struttura delle membrane biologiche e di conseguenza la funzione delle proteine ​​legate alla membrana. In generale, quindi sembra che gli effetti citotossici esercitati dai complessi tipo Hamlet siano simili a quelli riportati per l’acido oleico da solo.

L'acido oleico mostra anche un ruolo fondamentale nello sviluppo del cervello: è l'unico acido grasso sintetizzato dagli astrociti e funge da fattore neurotrofico per i neuroni, favorendo la crescita assonale e del dendrite e inducendo la migrazione dei neuroni stessi.

Sebbene il ruolo dell'acido oleico nell'attivazione di diverse vie delle cellule immunitarie competenti sia ancora controverso, la somministrazione di diete contenenti olio d'oliva può migliorare la risposta immunitaria associata a una più efficace eliminazione di agenti patogeni come batteri e funghi, interferendo con i molti componenti di questo sistema come macrofagi, linfociti e neutrofili.

Molto interessanti sono anche le attuali conoscenze sul contributo dell'acido oleico nella regolazione della fertilità femminile, in particolare il suo coinvolgimento nella crescita e nello sviluppo delle cellule germinali. La maggior parte dei dati suggerisce che può contribuire al normale sviluppo dell'embrione pre-impianto e degli ovociti attraverso meccanismi che coinvolgono il partizionamento metabolico degli acidi grassi, il cambiamento nell'organizzazione strutturale della membrana, l'attenuazione dello stress ossidativo e la regolazione della segnalazione intracellulare, mettendo in luce il suo potenziale utilizzo nello sviluppo di ovociti e embrioni precoci.

In questi anni si sta studiando anche l'enzima limitatore di velocità per la sua produzione, la stearoil-CoA desaturasi 1 (Scd1), che sta emergendo come un regolatore chiave nelle malattie associate a infiammazione e stress, tanto che la completa perdita dell'espressione di Scd1 è stata implicata nella disfunzione epatica e in diverse malattie infiammatorie come dermatite, colite intestinale e aterosclerosi.

Questo enzima lipogenico è ancorato al reticolo endoplasmatico e qui catalizza la biosintesi di acidi grassi monoinsatuti (Mufa) dai saturi, derivati dalla dieta o sintetizzati de novo, e svolge un ruolo cruciale nello sviluppo dell'obesità e delle condizioni correlate, come l'insulino-resistenza. Diverse ricerche hanno già messo in luce il ruolo centrale di Scd1 nei disturbi metabolici caratterizzati da un metabolismo lipidico alterato e tutti i dati fin qui raccolti indicano l'importanza di Scd1, e quindi il suo potenziale come bersaglio terapeutico, nel metabolismo lipidico e infiammatorio.

Silvia Ambrogio

Bibliografia

  • Role of oleic acid in the gut-liver axis: from diet to the regulation of its synthesis via stearoyl-CoA desaturase 1 (Scd1). Nutrients. 2019 Sep 24;11(10).
  • An overview of the modulatory effects of oleic acid in health and disease. Mini Rev Med Chem. (2013)
  • Oleic acid in the modulation of oocyte and preimplantation embryo development. Zygote. (2018)
  • The biological activities of protein/oleic acid complexes reside in the fatty acid. Biochim Biophys Acta. 2013 Jun;1834(6):1125-43.
  • Role of oleic acid in immune system; mechanism of action; a review. Nutr Hosp. 2012 Jul-Aug;27(4):978-90.

 

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