Due review e uno studio clinico da poco pubblicati ripropongono con forza un ruolo della vitamina D non soltanto nella prevenzione dei tumori ma anche nella prognosi e nella gestione degli effetti collaterali di chemio e immunoterapia.
Cos’è la prevenzione? Una serie di comportamenti, regole e stili di vita tesi a far sì che quella patologia non si manifesti per nulla, evitandone l’insorgenza grazie alla messa in atto di misure volte a impedire la trasformazione di una cellula normale in cancerosa. Queste le premesse da cui parte Il Libro d’Oro della Prevenzione - Difendere la salute con gli integratori alimentari e le vitamine (Philippe Lagarde, Mind Edizioni), in cui l’autore volge lo sguardo da un lato alla guerra aperta ai “veri nemici”, ovvero i radicali liberi che “ci inquinano ogni giorno, presenti nell’aria malsana che respiriamo, ma anche nei cibi che mangiamo e diamo da mangiare ai bambini” e, dall’altro, all’integrazione alimentare.
Il composto bioattivo naturale da annoverare tra i più promettenti in ambito anti-tumorale. Questa la curcumina secondo Antonio Giordano e Giuseppina Tommonaro, rispettivamente direttore dello Sbarro institute for cancer research and molecular medicine di Filadelfia e ricercatrice presso il Cnr di Pozzuoli (Na), che hanno appena pubblicato una review a tema su Nutrients.
“La salute è il frutto di equilibrio tra diversi fattori, e l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale in questa partita”. Così scrive Massimo Bonucci, specialista in Oncologia medica e presidente di Artoi, l’Associazione di ricerca per la terapia oncologica integrata, in «Quello che mangi fa la differenza. I cibi consigliati e quelli da evitare per prevenire e curare il male», saggio pubblicato da Newton Compton Editori (256 pagine, 10,00 euro, e-book: 5,99) che spiega in modo efficace e puntuale con quali nuovi strumenti curare e affrontare la malattia tumorale.