Un nuovo contributo alla lotta contro il Covid-19 potrebbe arrivare dai probiotici. È quanto emerge da uno studio pubblicato di recente su Gut Microbes.

Due anni di pandemia hanno cambiato le abitudini alimentari per un giovane su due. Quanto nel bene o nel male ce lo spiegano i risultati del progetto Food Mood, ricerca condotta dall’Università Cattolica di Piacenza, Anbi Emilia Romagna, Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria del ministero delle politiche agricole) e Consorzio di bonifica di Piacenza, presentata alla stampa nei giorni scorsi. Su 600 studenti delle scuole superiori intervistati, il 54% dichiara di aver mutato abitudini in quanto a tipo di alimenti e modalità di consumo.

Il ruolo dello zinco nella prevenzione e nel trattamento dell’infezione da Sars-coV-2 è uno dei temi più discussi di questi due anni di pandemia. A raccogliere le evidenze scientifiche oggi disponibili ci ha pensato un gruppo di ricercatori e clinici afferenti al dipartimento di Patofisiologia e Trapianti dell’Università di Milano nonché a quello di Neuroscienze e salute mentale dell’Ospedale Irccs Policlinico di Milano. I risultati sono stati pubblicati su Advances in nutrition.

Lifestyle Medicine. Una specialità della medicina basata sulle evidenze che, attraverso approcci incentrati sull’educazione a una corretta alimentazione e a un adeguato stile di vita agisce su comportamenti, cause biologiche sottostanti e fisiopatologia delle malattie croniche non trasmissibili, che rappresentano la principale causa di morbilità e mortalità nel mondo occidentale.

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