È sicuramente tra le complicanze più invalidanti per i pazienti oncologici, in grado di comprometterne gravemente la qualità di vita. Parliamo della cosiddetta fatigue da cancro, ovvero quel corredo di sintomi composto da un mix di stanchezza fisica e piscologica che spesso accompagna le terapie e che può permanere anche a distanza di tempo dopo la fine delle cure. Negli ultimi anni, la ricerca ha posto attenzione a possibili rimedi naturali, visti anche i fallimenti spesso correlati a terapie farmacologiche o complementari, dallo yoga, all’agopuntura, per citarne qualcuno. Il ginseng è stato testato in diversi trial, al punto che un gruppo di ricercatori ha ricostruito quanto oggi disponibile in letteratura, pubblicando di recente una review sul Journal of advanced praticioner in oncology.

Il Coenzima Q10 svolge un ruolo chiave nel fornire energia a tutte le cellule e, in particolare, nel prendere parte alle reazioni redox all'interno della catena di trasporto degli elettroni a livello mitocondriale. Per il suo importante ruolo, un deficit di livelli plasmati di CoQ10 è associato a molti stati degenerativi e diverse malattie come insufficienza cardiaca, infarto del miocardio, emicrania, malattia renale cronica e ipertensione, Alzheimer e Parkinson, oltre alla distrofia muscolare.

Una dieta pro-infiammatoria aumenta il rischio di cancro al seno. Questa l’evidenza di uno studio condotto su un campione di 350 mila donne arruolate nello studio Epic, avviato negli anni Novanta per indagare il rapporto tra dieta, stili di vita e rischio di cancro. I risultati sono stati presentati in anteprima nei giorni scorsi a Nutrition 2021 live on line, il congresso dell’Amercian society for nutrition.

Il consumo giornaliero di circa 20 g di funghi riduce il rischio di cancro del 45%. Sono i risultati sorprendenti di una review/metanalisi pubblicata di recente su Advances in nutrition condotta da ricercatori della Penn state college of medicine, a Hershey, Pennsylvania. L’analisi ha preso in esame 17 studi osservazionali tesi a valutare la relazione tra consumo di funghi e rischio di cancro, pubblicati dal 1966 al 2020, per un totale di 19.500 pazienti coinvolti.

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