Presentato a Milano l’Advisory board qualità degli integratori di origine botanica, un panel multidisciplinare di esperti italiani e internazionali nato su iniziativa delle aziende Indena e Scharper con l’obiettivo di fornire indicazioni condivise, supportate da rigorose evidenze scientifiche e dall’esperienza clinica sui cosiddetti botanicals.
La dieta mediterranea è la migliore strategia nutrizionale per mantenere una corretta funzione cerebrale. Sono queste le conclusioni recenti dell’Alzheimer association, la più grande organizzazione di volontariato, impegnata nell'assistenza, nel sostegno e nella ricerca sul morbo di Alzheimer, incaricata dal World dementia council di elaborare un documento di consenso sui fattori di rischio modificabili per il declino cognitivo e la demenza.
Un italiano su cinque fa abitualmente uso dei cosiddetti botanicals, che sempre più entrano a far parte delle abitudini dietetiche quotidiane. Non solo: ad agosto 2018, l’Italia ha aggiornato la lista delle piante ammesse negli integratori alimentari, a conferma dell’interesse del nostro Paese per questa categoria. L’argomento è stato al centro della presentazione della nuova “Review scientifica sull’integrazione alimentare: evidenze dalla ricerca scientifica e nuove frontiere di sviluppo”, che Integratori Italia di Unione Italiana Food, l’associazione di categoria aderente a Confindustria che rappresenta in Italia il settore degli integratori alimentari e dei prodotti salutistici, ha promosso nei giorni scorsi a Milano.
L’impiego di sostanze e preparati vegetali (cosiddetti botanicals) negli integratori alimentari è attualmente disciplinato dal Decreto ministeriale 10 agosto 2018, che con Decreto dirigenziale 9 gennaio 2019 è stato modificato per quanto concerne l’allegato 1. Quest’ultimo contiene l’elenco delle piante ammesse e relative parti, corredate, ove del caso, da disposizioni supplementari per l’impiego. L’elenco è affiancato dalle indicazioni di riferimento per gli effetti fisiologici delle linee guida ministeriali in materia, che non fanno parte del DM 10 agosto 2018 come modificato nell’allegato 1 dal decreto 9 gennaio 2019.
Resta fermo che sostanze, preparati ed estratti ottenuti dalle piante elencate ma privi di una storia di consumo significativo si configurano come novel food ai sensi del Regolamento (UE) 2015/2283.
Fonte: Ministero della salute