Lo scorso 10 settembre la Corte di Giustizia europea ha finalmente chiarito le modalità di applicazione del regime transitorio del Regolamento (CE) 1924/2006, stabilendo una volta per tutte la necessità di fondare su comprovate evidenze scientifiche il contenuto delle indicazioni sulla salute riportate in etichette e pubblicità di prodotti alimentari a base vegetale. Vediamone l’origine.
L'uso di integratori alimentari per perdere peso ha acquisito grande popolarità in questi ultimi anni. La letteratura di supporto è spesso, però, di bassa qualità. Una recente review ha cercato di fare chiarezza definendo efficacia, sicurezza, meccanismi d’azione ed effetti sinergici dei diversi prodotti presenti sul mercato.
Molto clamore ha suscitato, lo scorso aprile, la presa di posizione dell’Agenzia per la sicurezza alimentare francese (Anses) contro l’impiego di integratori a base di piante ed estratti vegetali in pazienti affetti da Covid-19 o sospetti tali. A distanza di qualche mese, dalle pagine del Journal of alternative and complementary medicine (Jacm), giunge una serie di considerazioni da parte di illustri clinici, ricercatori ed esperti italiani guidati da Fabio Firenzuoli, direttore del Cerfit, Centro di ricerca e innovazione in fitoterapia di Careggi, Firenze, utili a dare un contributo al dibattito. Paper ovviamente sottoposto a processo di peer review.
È Andrea Zanardi, Amministratore delegato di Meda Pharma Spa (gruppo Mylan), il nuovo presidente di Federsalus, associazione che in Italia rappresenta le aziende del settore degli integratori alimentari.