I risultati di uno studio pubblicato di recente su Public health nutrition evidenziano una carenza, di Omega-3 nel 25% delle donne americane in gravidanza prese in esame. Si tratta del “Demographic and health characteristics associated with fish and n-3 fatty acid supplement intake during pregnancy: results from pregnancy cohorts in the ECHO program”, studio condotto dall’ Harvard Pilgrim health care institute, i cui risultati giungono proprio a ridosso della pubblicazione, prevista entro fine anno, delle raccomandazioni dell’Oms e degli Us National Academies su rischi e benefici del consumo di pesce in gravidanza.

In collaborazione con Pharmanutra

In molte regioni del mondo le donne in gravidanza sono a rischio di sviluppare anemia da carenza di ferro. Le strategie preventive, come l’integrazione del ferro e l’educazione alimentare, sono fondamentali per affrontare questa sensibile problematica. Durante il periodo di gravidanza, pertanto, viene richiesto alla mamma di assumere complessivamente un ulteriore grammo di ferro, soprattutto nell’ultimo trimestre, perché deve soddisfare non solo il proprio organismo, ma anche il corretto sviluppo del feto. Il ferro, infatti, oltre che a promuovere la produzione di nuovi globuli rossi, è fondamentale al nascituro per garantire un adeguato peso alla nascita e favorire lo sviluppo cognitivo. 1

Carenza di ferro in gravidanza

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) definisce lo stato di anemia da carenza di ferro nelle donne in gravidanza che possiedono un livello di emoglobina (Hb) inferiore a 11 g/dL.2 Pertanto, nel periodo post-parto, sia la carenza di ferro (ID) che l’anemia da carenza di ferro (IDA) sono comuni e rappresentano significativi problemi di salute nelle donne in età riproduttiva.3

L’anemia da carenza di ferro, quando presente, porta ad una prolungata degenza ospedaliera, un peggioramento della qualità di vita, instabilità emotiva e una più alta probabilità di sviluppare depressione post-partum.4

In aggiunta, la carenza di ferro ha altre manifestazioni, come stanchezza, perdita di capelli e gambe stanche.5

Il ferro è essenziale per il corretto funzionamento del nostro organismo e gli alimenti ricchi di questo come la carne rossa (tacchino, cavallo, bovino), il fegato, la milza, le verdure a foglia verde, i legumi, i cereali integrali e il pesce azzurro, possono essere utili, ma in alcuni casi è necessario supportare la dieta con integratori alimentari in grado di colmare l’aumentato fabbisogno organico di ferro tipico della gravidanza.

Gli integratori di ferro adatti in gravidanza generalmente contengono anche altri nutrienti che supportano il corretto sviluppo del feto e favoriscono la normale eritropoiesi (formazione dei globuli rossi) nella mamma e nel nascituro. Tra i nutrienti più importanti:

  • acido folico e folati, che favoriscono la crescita tissutale materna durante la gravidanza e riducono il rischio di sviluppo di difetti del tubo neurale nel feto;
  • vitamina B6, che favorisce la proliferazione di globuli bianchi e rossi;
  • vitamina B12, che favorisce la formazione di nuovi globuli rossi;
  • vitamina C, che favorisce l’assorbimento del ferro nell’intestino,
  • vitamina D, che supporta il normale sviluppo osseo.

In altre parole, gli integratori di ferro in gravidanza non permettono soltanto di mantenere i normali livelli di ferro nell’organismo della mamma e del bambino, ma forniscono un supporto completo per la crescita e il corretto sviluppo fisico e cognitivo del nascituro, dunque, l’integrazione alimentare è fortemente raccomandata durante tutto il periodo della gravidanza. Tuttavia, l'assunzione di formulazioni standard di ferro per via orale potrebbe causare alcuni effetti avversi come il dolore addominale, il gonfiore, la diarrea e la costipazione.

SIderAL® - tecnologia Sucrosomiale®

Riconosciuta l’importante funzione del ferro in gravidanza e gli effetti negativi degli integratori a base di sali di ferro convenzionali su di essa, Pharmanutra S.p.A. ha formulato un’innovativa formulazione, che prende il nome di tecnologia Sucrosomiale®, in cui il ferro pirofosfato è avvolto da una matrice di fosfolipidi ed esteri saccarici degli acidi grassi. Tutti questi elementi prendono parte ad una singola struttura, chiamata Sucrosoma® (Figura).

Figura del Sucrosoma®

Il ferro Sucrosomiale®, in commercio con la gamma di prodotti SiderAL®, possiede un profilo di assorbimento differente rispetto ai comuni prodotti a base di ferro, evitando così al minerale di venire a contatto con la mucosa gastrointestinale.6

Evidenze scientifiche sull’efficacia del ferro Sucrosomiale®

Recentemente è stato pubblicato uno studio osservazionale7 con lo scopo di valutare l’efficacia e la sicurezza dell’integrazione con ferro Sucrosomiale® per un periodo di 60 giorni in donne che avevano portato a termine la gravidanza. Le 57 neomamme coinvolte avevano ricevuto una diagnosi di anemia da carenza di ferro (IDA) lieve (Hb 9-11 g/dL) o moderata (Hb 7-9 g/dL).

Il disegno di studio prevedeva la somministrazione di ferro Sucrosomiale® al dosaggio di 30 mg al giorno per 60 giorni nelle donne con IDA lieve; mentre nelle donne con IDA moderata, la posologia era di 60 mg per i primi 10 giorni e poi 30 mg al giorno per i restanti 50 giorni di osservazione.

I risultati hanno dimostrato che il ferro Sucrosomiale® è risultato essere efficace nell’aumentare i livelli di emoglobina in entrambi i gruppi e l’81% delle donne reclutate non risultava più anemica al termine della supplementazione con ferro Sucrosomiale®.

È importante sottolineare che i sintomi legati all’anemia da carenza di ferro erano risolti già dopo 10 giorni dall’inizio della supplementazione con ferro Sucrosomiale® e tutte le partecipanti allo studio hanno portato a termine il trattamento senza la comparsa di effetti avversi gastroenterici.

In conclusione, il ferro Sucrosomiale® si è dimostrato efficace e ben tollerato nella gestione della carenza di ferro nelle donne post-partum. Tutto ciò è reso possibile grazie all’innovativa tecnologia Sucrosomiale®, che permette l'assunzione di ferro in qualsiasi momento della giornata (con o lontano dai pasti), per lunghi periodi di tempo, e previene qualsiasi fastidio comunemente associato all'assunzione di ferro, come retrogusto metallico e sgradevole, irritazione della mucosa gastrica, nausea o stitichezza, superando così i limiti legati all'integrazione convenzionale di ferro.

Bibliografia


1. Georgieff MK. Iron deficiency in pregnancy. Am J Obstet Gynecol. 2020 Oct;223(4):516-524. doi: 10.1016/j.ajog.2020.03.006. Epub 2020 Mar 14. PMID: 32184147; PMCID: PMC7492370.
2. Cappellini MD, Musallam KM, Taher AT. Iron deficiency anaemia revisited. J Intern Med. 2020 Feb;287(2):153-170. doi: 10.1111/joim.13004. Epub 2019 Nov 12. PMID: 31665543.
3. Muñoz M, et al.; Patient blood management in obstetrics: management of anaemia and haematinic deficiencies in pregnancy and in the post-partum period: NATA consensus statement. Tranfus Med. 2018;28(1):22–39.
4. Milman N. Postpartum anaemia I: definition, prevalence, causes and consequences. Ann Hematol. 2011;90:1247–53.
5. Pratt JJ, Khan KS. Non-anaemic iron deficiency - a disease looking for recognition of diagnosis: a systematic review. Eur J Haematol. 2016;96(6):618–28.
6. sideral.it
7. Antoine E. et al.; Sucrosomial® iron effectiveness in recovering from mild and moderate iron-deficiency anemia in the postpartum period. BMC Pregnancy Childbirth. 2023 May 17;23(1):360. doi: 10.1186/s12884-023-05658-7. PMID: 37198549; PMCID: PMC10190002.

Si chiama “Io Comincio Bene” (www.iocominciobene.it) la campagna promossa da Unione italiana food per sostenere il valore della prima colazione in Italia. Con il contributo di Silvia Migliaccio, specialista in endocrinologia e malattie del metabolismo, sono stati messi a punto consigli e menù per suggerire quali alimenti preferire nelle diverse fasi della vita, con un focus su tre tipologie specifiche di target: gli adolescenti, le donne in gravidanza e gli over 65.

Benessere intestinale e vaginale, gravidanza, endometriosi e fibroma uterino. Queste alcune delle aree principali in ambito ginecologico in cui è possibile fare ricorso a un’integrazione, così come emerso nel corso dell’11.mo congresso Sifiog (Società italiana fitoterapia e integratori ostetricia e ginecologia) tenutosi di recente a Napoli.

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