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Benefici cardiometabolici dell’alga spirulina

20 Luglio 2020

Nell’ambito della ricerca di nuovi possibili integratori efficaci sul metabolismo del glucosio e dei lipidi, negli ultimi anni sono stati valutati gli effetti delle alghe e dei loro estratti. Le alghe contengono composti biologicamente attivi unici, come fucoidan, alginato, fucosterolo, clorotannini e ficocianina, che non si trovano nelle fonti vegetali terrestri.

Grazie a questa composizione si guarda con grande interesse agli studi dietetici dei Paesi che ne consumano abbondanti quantità, Giappone e Corea del Sud in primis. Qui hanno dimostrato che il consumo di alghe può ridurre l'incidenza di malattie croniche come il cancro, l'iperlipidemia e le malattie coronariche.

Le prove esistenti mostrano che le alghe, in particolare la spirulina, hanno funzioni antiossidanti, antinfiammatorie, antitumorali, antivirali e antibatteriche e un effetto terapeutico positivo su iperlipidemia, obesità, malattie vascolari e cardiache e diabete.

Si ritiene che parte di questi effetti vada attribuita ai polifenoli estratti, ma grandi attese si hanno nei confronti degli ingredienti bioattivi unici di questi vegetali.

La spirulina, in particolare, è l’alga più studiata: è ricca di vitamine, minerali, proteine, carotenoidi, ficocianine, acidi grassi essenziali, oltre ad altre molecole bioattive come acidi fenolici, tocoferoli e acido glinolenico.

I risultati di una metanalisi pubblicata quest’anno hanno rivelato un effetto significativo della supplementazione con alghe nel ridurre i livelli di emoglobina glicosilata, trigliceridi e colesterolo Hdl; lo studio ha inoltre messo in luce effetti significativi nell'aumentare i livelli di insulina. Nessuna significativa modifica per glicemia, indice di valutazione dell'omeostasi e indice di resistenza all'insulina glicemia a 2 ore dal pasto e altri marcatori lipidici.

Le analisi dei sottogruppi basate sulla durata dell'intervento hanno dimostrato che l'integrazione con estratti di alghe per 10 settimane riduce i livelli di colesterolo totale.

I risultati ottenuti sono coerenti con quelli raccolti nel 2018 da un’équipe cinese che aveva valutato l’integrazione con spirulina (la quantità variava da 1 a 19 g/die e la durata dell'intervento da 2 a 48 settimane) riportando un effetto favorevole su biomarcatori cardiovascolari e metabolici nell'uomo.

In sintesi, la metanalisi aveva rivelato un beneficio significativo della supplementazione di spirulina nel miglioramento di marcatori multipli di salute cardiovascolare tra cui colesterolo totale, colesterolo Ldl, trigliceridi, colesterolo a bassissima densità, glicemia a digiuno, senza alcun effetto avverso.

In particolare, si è visto che la ficocianina della spirulina contiene un cromoforo chiamato ficociananobilina in grado di inibire la nicotinamide adenina dinucleotide fosfato idrogeno (Nadph) ossidasi, una fonte significativa di stress ossidativo negli adipociti. Pertanto, sopprimendo lo stress ossidativo degli adipociti, la spirulina può determinare effetti sistemici antinfiammatori e insulino-sensibilizzanti.

In uno studio, a 50 soggetti obesi con ipertensione sottoposti a trattamento antipertensivo sono stati somministrati 2 g di spirulina al giorno o placebo per 3 mesi. Chi ha assunto spirulina ha ottenuto miglioramenti significativi nella qualità della composizione corporea e nella circonferenza vita rispetto al basale, un vantaggio che non è stato mostrato con il placebo. Rispetto ai soggetti trattati con placebo, quelli a cui era stata somministrata spirulina hanno anche ridotto significativamente il colesterolo Ldl e l'interleuchina-6, oltre ad aver avuto un miglioramento dello stato antiossidante totale e della sensibilità all'insulina.

La spirulina sembra agire anche attraverso una modulazione del microbiota intestinale. Gli studi hanno infatti rivelato un aumento dell'abbondanza di quei batteri, tra cui Prevotella, Porphyromonadaceae, Barnesiella e Paraprevotella, in grado di aumentare il metabolismo biliare per ridurre i livelli di lipidi nel sangue. Allo stesso modo, agirebbe su batteri produttori di acidi grassi a catena corta, tra cui Alloprevotella e Ruminococcus, che regolano il metabolismo energetico e migliorano la sensibilità all'insulina attraverso specifici recettori. Migliorerebbe anche la quantità di Firmicutes, un gruppo di batteri associati alla riduzione del peso corporeo e dei livelli sierici di colesterolo Ldl.

Silvia Ambrogio

Bibliografia

 

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