Oggi si guarda con interesse agli effetti di diversi macronutrienti e micronutrienti su insorgenza ed evoluzione dell’artrite reumatoide. L'assunzione eccessiva di zucchero e l’eccesso calorico sono oggi ampiamente accettati come fattori di rischio, mentre esistono controversie sugli effetti di carne rossa, zinco, ferro, N-acetilcisteina (Nac), acidi grassi polinsaturi Omega-3, vitamina D e selenio, così come si continuano a rivalutare gli ingredienti estratti dalle piante per i loro effetti promettenti sulla prevenzione dell'insorgenza e sul miglioramento della gravità della malattia. 

Gli esperti lanciano l'allarme sulle carenze di micronutrienti nella popolazione mondiale. Il segnale è scattato dopo la pubblicazione su The Lancet Global Health di uno studio condotto dalla Global alliance for improved nutrition (Gain) e dal Micronutrient forum (Mnf) che, sulla base di un’analisi condotta su dati ufficiali provenienti dalle più diverse aree geografiche, ha evidenziato come oltre la metà dei bambini in età prescolare (6-59 mesi) e oltre i due terzi delle donne in età riproduttiva (15-49 anni) in tutto il mondo presentino una carenza di micronutrienti. Gravi i rischi conseguenti, secondo gli Autori: sistema immunitario compromesso, sviluppo fisico e cognitivo condizionati nei bambini, aumento del rischio di diabete e malattie cardiache.

Il complesso di zinco e carnosina, chiamato Zinco-L-carnosina (ZnC), è molto utilizzato come integratore di zinco poiché la carnosina facilita il suo assorbimento e in questa formulazione ha all’attivo numerose evidenze nel ripristino della barriera mucosale nell’ulcera peptica. La capacità di ZnC di promuovere la guarigione dell'ulcera è anche associata alle sue proprietà antiossidanti e, in particolare, alla capacità di ripristinare i livelli di glutatione nella mucosa.

Una dieta ricca di proteine, zinco e niacina e povera di grassi saturi rende i vasi sanguigni più elastici ed efficienti. Questa la conclusione di uno studio presentato in anteprima di recente a Maastricht, nel corso del Congresso europeo sull'obesità. Ricercatori del Tel Aviv-Sourasky medical center e della Sackler faculty of medicine, hanno arruolato 72 persone con sindrome metabolica e obesità (55,5% maschi, età media 53 anni; Bmi medio: 34 kg/m2), sottoponendole per un anno a un programma intensivo di perdita di peso multidisciplinare, che integrava dieta ed esercizio fisico personalizzato. Ai partecipanti è stato chiesto di compilare un questionario alimentare dettagliato una settimana prima di iniziare il programma e un anno dopo, a fine studio.

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