Il Servizio sanitario inglese caldeggia l’assunzione di Vitamina D in periodo di lockdown

28 Aprile 2020

Più vitamina D in periodo di quarantena, per far fronte a una ridotta vita all’aria aperta. Il monito giunge direttamente dall’Nhs (National health service), il servizio sanitario britannico che dal proprio sito, nella sezione speciale dedicata a Covid-19, laddove si dispensano consigli su come preservare il proprio stato di salute, suggerisce di ricorrere a una supplementazione di 10 µg/die di vitamina D “per preservare la salute di ossa e muscoli” in caso di isolamento domiciliare forzato in quanto “il trascorrere la maggior parte della giornata in ambienti chiusi e la conseguente scarsa esposizione al sole ne mettono a repentaglio la produzione da parte del nostro organismo”.

Nessun invito, comunque, a un maggior consumo per combattere l’infezione da Sars-coV2, nonostante il grande dibattito di questi ultimi mesi: “Si è scritto molto sull’efficacia della vitamina D nel ridurre il rischio di infezione. Al momento, però, non ci sono evidenze sufficienti. È bene sempre acquistare i prodotti in farmacia o nella Gdo e consumarli alle dosi indicate”.

L’autorità inglese ribadisce alcune fasce della popolazione particolarmente a rischio, a partire dai bambini di età compresa tra 1 e 4 anni, alle persone particolarmente fragili o con difficoltà deambulatorie piuttosto che coloro con pelle molto chiara costretti a coprirsi a proteggersi dai raggi solari. In questi casi l’indicazione è di una supplementazione giornaliera di 10 µg/die durante tutto l’anno. Fortemente caldeggiato lo stesso dosaggio giornaliero per donne incinte o in corso di allattamento, soprattutto nei mesi autunnali e invernali.

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