Epigallocatechin-gallato
“L'Egcg è un composto polifenolico appartenente alla famiglia delle catechine, principalmente presente nel tè verde e, in minor misura, in altri tipi di tè, bacche e noci”, ha sottolineato Cristina Angeloni, del dipartimento di Scienze per la qualità della vita presso l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
“Il tè verde presenta un più elevato quantitativo di Egcg rispetto agli altri tè perché, seppur ottenuto dalle foglie della stessa pianta, subisce un immediato processo di essicazione dopo la raccolta che inibisce l’azione di diversi enzimi responsabili dell’ossidazione e trasformazione di Egcg. A questo composto è stato associato un ampio spettro di attività biologiche, tra cui proprietà antiossidanti, antimicrobiche, anti-obesità, antinfiammatorie, anticancro. Nel 2018, L’Efsa ha pubblicato un'opinione scientifica sulla sicurezza delle catechine del tè verde, con particolare attenzione alla potenziale tossicità dell'Egcg. Questa valutazione è stata motivata da segnalazioni di effetti avversi sul fegato associati al consumo di estratti di tè verde, utilizzati spesso come integratori alimentari per la perdita di peso. È stato riscontrato che dosi elevate di Egcg, in particolare superiori a 800 mg al giorno, possono portare a un aumento significativo delle transaminasi, indicando un potenziale danno epatico. L’Efsa ha concluso che, mentre l'assunzione di Egcg attraverso infusi tradizionali di tè verde è generalmente sicura ai livelli di consumo tipici, dai 90 ai 300 mg/die, l'assunzione di estratti concentrati può presentare rischi significativi, tanto da aver introdotto l’Egcg nell’allegato III, parte C del Regolamento CE n. 1925/2006 come “Sostanza sottoposta alla sorveglianza della Comunità”. Tuttavia, questo rapporto non ha chiarito il meccanismo alla base degli effetti epatotossici dell'Egcg e non ha escluso che questi effetti possano essere dovuti alla presenza di contaminanti nel tè verde come gli alcaloidi pirrolizidinici che, attivati dagli enzimi CYP450, danno origine a metaboliti epatotossici. Dal 2018 a oggi sono stati condotti ulteriori studi per cercare di chiarire i meccanismi alla base degli effetti tossici dell’Egcg. Uno di questi ha evidenziato una epatotossicità dose-dipendente in topi sottoposti a restrizione dietetica, suggerendo potenziali effetti combinati della restrizione dietetica e dell'Egcg. Recentemente è stato osservato che Egcg, in presenza di alte temperature e radiazione luminosa, può dare origine alla formazione di radicali liberi persistenti che sono relativamente stabili nel succo gastrico e hanno dimostrato indurre citotossicità cellulare e danni al Dna in vitro. In conclusione, monitorare attentamente l'assunzione di Egcg, soprattutto da estratti concentrati, è essenziale a causa della potenziale epatotossicità. Ulteriori ricerche sono necessarie per chiarire i meccanismi di tali effetti e garantirne un uso sicuro per la salute”.
Acido alfa-lipoico
Dell’Acido alfa-lipoico ha parlato Maria Daglia, del dipartimento di Farmacia dell’Università di Napoli Federico II: “L’Ala è una sostanza ammessa negli integratori alimentari senza limiti di apporto e con l’avvertenza “Per l’uso del prodotto si consiglia di sentire il parere del medico. In rari casi l’acido lipoico può dare ipoglicemia”. Nel 2020 la Commissione europea ha applicato ad Ala l’articolo 8 del Regolamento CE)N. 1925/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio che, in breve, dice che se una sostanza diversa dalle vitamine o dai minerali è aggiunta agli alimenti o è utilizzata nella loro produzione in condizioni tali da comportare l'assunzione di quantità ampiamente superiori a quelle che comunemente si possono assumere con una dieta equilibrata e varia, e/o tale sostanza può rappresentare un rischio potenziale per la salute dei consumatori, la Commissione, sentito il parere di Efsda, può decidere di inserire tale sostanza nell’allegato III del Reg 1925/2006 e vietarne l’uso, oppure concederne l’uso a determinate condizioni, oppure porre la sostanza sotto monitoraggio. A fronte di tale procedura, una metanalisi di studi clinici randomizzati che complessivamente coinvolgevano oltre 2.500 soggetti che avevano assunto Ala, ha chiaramente dimostrato che tale sostanza è sicura non essendo associata a un rischio aumentato di qualsiasi evento avverso derivante dal trattamento. Anche i dati provenienti dal Sistema di fitovigilanza italiano depongono a favore della sicurezza di Ala in quanto dal 2002 al 2020, su un totale di 2.147 segnalazioni di reazioni avverse, solo 212 casi hanno riguardato integratori a base di Ala, di cui 50 con relazione causale definita o probabile. In soli 10 casi la reazione avversa era rappresentata dall’iperinsulinemia autoimmune, nota come sindrome di Hirata, forma rara di ipoglicemia iperinsulinemica endogena, caratterizzata da elevati livelli di autoanticorpi anti-insulina. In conclusione, considerando l’ampia letteratura che dimostra le molteplici proprietà benefiche di Ala, principalmente dovute alla sua attività antiossidante, essendo ben tollerato nella popolazione generale ed essendo molto rari i casi di ipersensibilità che possono portare allo sviluppo dall’iperinsulinemia autoimmune, la scelta del ministero della Salute italiano di introdurre l’avvertenza in etichetta sopra riportata sembra l’approccio migliore per un impiego sicuro ed efficace di Ala negli integratori alimentari.
Riso rosso fermentato
Terza case history, il riso rosso fermentato, per voce di Giuseppe Danilo Norata, dipartimento di Scienze farmacologiche e biomolecolari, Università degli studi di Milano: “L’ effetto ipocolesterolemizzante è dovuto alla presenza di monacoline, principalmente la monacolina K, che agiscono inibendo l'attività della 3-idrossi-3-metilglutaril coenzima A reduttasi. L’Efsa ha valutato l'uso del Ryr e, pur segnalando diverse incertezze riguardo ai dati disponibili, ha lanciato un avvertimento relativo alla sicurezza quando utilizzato come integratore alimentare a una dose di monacolina pari a 3 mg /die. Nella decisione del giugno 2023, l’Efsa ha approvato l’uso delle monacoline provenienti da Ryr a dosi inferiori a 3 mg/giorno. Abbiamo, quindi, deciso di interrogare i diversi sistemi di segnalazione degli eventi avversi, quali Faers e Caers, e di analizzare le caratteristiche dei casi segnalati come associati agli integratori Ryr. Inoltre, abbiamo esaminato le metanalisi più recenti, concentrandoci sulla comparsa di sintomi muscolari e disfunzione epatica. Per quanto concerne tutti i disturbi muscoloscheletrici, dal settembre 2013, ovvero da quando è stato registrato il primo caso correlato al consumo di Ryr, al 30 settembre 2023, nel Faers sono stati segnalati 363.879 casi, con un numero di quelli correlati al consumo di Ryr molto piccolo e pari allo 0,008 % del totale. Nello stesso periodo, sono stati segnalati 27.032 casi di disturbi epatobiliari: quelli attribuibili all'ingestione di Ryr rappresentavano lo 0,01%. Un basso tasso di sintomi muscolari e disfunzione epatica attribuiti all'ingestione di Ryr è stato osservato anche nel database Caers, dove solo 34 casi di eventi avversi muscolari e 10 epatici hanno riportato Ryr come prodotto sospetto, mentre in 19 casi di eventi muscolari e in 10 epatici Ryr è stato indicato come prodotto concomitante. Questo profilo rispecchia quello delle metanalisi di studi clinici randomizzati sul Ryr, in cui l’uso del non era associato né a disfunzione epatica né a sintomi avversi muscolari”.
Nicola Miglino