In Spagna, l’autorizzazione è arrivata lo scorso aprile. Ora anche la Danimarca, per voce del ministro dell’alimentazione, agricoltura e pesca, Rasmus Prehn, chiede che, sulla scorta da quanto già accade in Spagna, Italia, Grecia, Bulgaria, Polonia, Repubblica Ceca e Malta, si arrivi a un’armonizzazione dei regolamenti comunitari. Se anche la Danimarca provvede a rivedere la propria normativa, salirà al 30% la quota di Paesi Ue allineati.
“Non ha senso che oggi in alcuni Peasi Ue si possano trovare prodotti connotati come probiotici e in altri no, soprattutto in considerazione del fatto che oggi l’e-commerce sta prendendo sempre più piede e si può acquistare on line ciò che invece non si trova in commercio nel proprio Paese”.
In Europa, infatti, vige principio di mutuo riconoscimento reciproco, secondo cui gli Stati membri non possono vietare la vendita nel loro territorio di merci che siano legalmente commercializzate in un altro Stato membro, anche qualora tali merci siano state prodotte conformemente a regole tecniche differenti.
Secondo i dati di Lumina Intelligence, il mercato online di prodotti a base di probiotici in Ue ha raggiunto, nel 2019, circa 90 milioni di euro. Una torta, tra on line e off line, coperta per il 45% da Italia e Spagna.