È fisiologico, con il passare degli anni, che il CoQ10 e, quindi, l'ubiquinolo, (la forma di CoQ10 più abbondante nel nostro organismo), diminuiscano, con conseguente riduzione della produzione di energia e della capacità di protezione antiossidante, con comparsa di diverse manifestazioni dell’invecchiamento, in particolare malattie cardiovascolari, malattie renali, malattia polmonare cronica ostruttiva, steatosi epatica e malattie neurodegenerative.

Il coenzima Q10 (CoQ10), noto anche come ubichinone, si ritiene possa svolgere un ruolo nel trattemento dell'emicrania, benché il meccanismo resti ancora sconosciuto. 

Ci sono benefici ma anche potenziali rischi nel far ricorso a integratori in presenza di insufficienza cardiaca. È bene, dunque, che i medici indaghino sempre se i pazienti stanno utilizzando, in concomitanza alle terapie abituali, prodotti acquistati autonomamente. A segnalarlo, uno statement dell’American heart association pubblicato di recente su Circulation.

Pubblicata sul Journal of the american college of cardiology una metanalisi tesa a fare chiarezza sul rapporto tra alcuni specifici micronutrienti e la salute cardiovascolare. I ricercatori hanno esaminato un totale di 884 studi disponibili, tutti randomizzati e con gruppo di controllo, sui micronutrienti assunti come integratori alimentari, verificando l’efficacia di alcuni, l’inutilità di altri e, in alcuni casi, la pericolosità.

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