Il consumo di caffeina in gravidanza potrebbe avere ricadute negative sui parametri di crescita del neonato. A queste conclusioni è giunto un gruppo di ricerca dei National institutes of health (Nih) che ha voluto fare chiarezza su un tema molto discusso nella comunità scientifica in virtù di risultati contrastanti degli studi finora condotti.

Mezzo miliardo di donne in età fertile nel mondo. In Italia tre persone su dieci, soprattutto donne. Sono i numeri dell’anemia, una delle principali sfide per la salute pubblica, al punto che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) si è data come obiettivo la riduzione del 50% tra le donne in età riproduttiva entro il 2025, considerato il grave rischio che ciò comporta per la salute in gravidanza e per quella del nascituro.

L’alimentazione in gravidanza ha una influenza fondamentale sulla salute della madre e sullo sviluppo del bambino.  Insieme a fattori genetici e ambientali, contribuisce, infatti, in modo significativo alle modifiche immunologiche e metaboliche che si verificano durante i nove mesi per favorire l'adattamento materno alla crescita del feto. In questi ultimi anni le azioni pleiotropiche della curcumina, il principale polifenolo contenuto nella radice della Curcuma longa, l'hanno resa molto popolare come composto dagli effetti benefici sulla salute ma, a oggi, le informazioni sull’impiego in gravidanza sono poche e frammentarie.

Poiché l'ormone tiroideo è essenziale per il neurosviluppo, le donne incinte e i bambini piccoli sono particolarmente vulnerabili agli effetti della carenza di iodio. L'assunzione di questo nutriente deve essere aumentata durante la gravidanza, da 220 a 250 µg/die, per soddisfare le richieste di aumento della produzione e del trasferimento placentare dell'ormone tiroideo essenziale per uno sviluppo fetale ottimale. 

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