“Ingredienti denominati estratto di Curcuma longa con curcumina al 95% non possono essere impiegati perché nuovi alimenti ex reg. 2015/2283 e, pertanto, gli integratori alimentari che li contengono non sono commercializzabili”.

“In caso di alterazioni della funzione epatica, biliare o di calcolosi delle vie biliari, l’uso del prodotto è sconsigliato. Non usare in gravidanza e allattamento. Non utilizzare per periodi prolungati senza consultare il medico. Se si stanno assumendo farmaci, è opportuno sentire il parere del medico”. Questa l’avvertenza che gli operatori del settore sono tenuti ad apporre sulle etichette degli integratori alimentari contenenti estratti e preparati di Curcuma longa e spp entro e non oltre il 31 dicembre 2022.

Dalla Francia giunge un monito sulla qualità degli integratori a base di curcumina. Una ricerca condotta dall’Università Paul Sabatier di Tolosa ha verificato, su un campione di 30 prodotti acquistati on line e al dettaglio, come in ben il 40% dei casi il contenuto non corrispondesse a quanto dichiarato in etichetta per quanto riguarda gli attivi, sia i curcuminoidi che i turmeroni e la piperina, utilizzata per migliorare la biodisponibilità dei curcuminoidi stessi.

Miglioramento di indice di massa corporea (Bmi), marker infiammatori e tono dell’umore. Questi i risultati che un gruppo di ricercatori ha ottenuto dopo 12 settimane di somministrazione di un estratto di curcuma a soggetti in sovrappeso e in buono stato di salute in uno studio, randomizzato e in doppio cieco, pubblicato su Nutritional journal. Quanto somministrato nel gruppo attivo era un estratto composito, in parte ottenuto da soluzione acquosa, in parte da una tecnica di estrazione detta “con fluido supercritico” impiegando come gas il diossido di carbonio.

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