Nutritional Epigenomics (B. Ferguson; Academic Press; pp.478; 127 Euro) offre una panoramica completa dell'interazione cibo/Dna e di come questa agisca sui processi fisiopatologici dell’organismo.

Il consumo di cibo ultraprocessato potrebbe determinare effetti negativi sull’aspettativa di vita, associandosi a modificazioni cromosomiche correlate ai processi di invecchiamento. Queste le conclusioni di uno studio condotto da un gruppo di ricerca dell’Università di Navarra, a Pamplona, presentato nei giorni scorsi durante l’European and international congress on obesity, svoltosi on line, e pubblicato sull’American journal of nutrition.

Il comportamento dei geni non dipende sempre dalla loro sequenza di Dna ma anche da modificazioni epigenetiche che possono verificarsi in risposta a stimoli ambientali, tra cui uno dei più importanti è la dieta. Ecco allora che diventa cruciale conoscere i meccanismi biochimici alla base di queste possibili interazioni tra stimoli ambientali e patrimonio genetico. Ci viene in aiuto Epigenetics for Beginners and Intermediate (Frank Brown, 329 pp., 2020), un vademecum in due volumi che esplora il mondo dell’epigenetica, dalla sua definizione alle possibili implicazioni terapeutiche in diversi ambiti della salute.

Tutti da dimostrare gli effetti protettivi sul Dna da parte del caffè e, dunque, nessuna autorizzazione all’uso di claim in questa direzione. La decisione è dell’Efsa, in seguito alla domanda pervenuta da parte un’azienda tedesca (Tchibo Gmbh) che aveva inoltrato richiesta e documentazione scientifica su un suo prodotto, denominato Caffè 21 (C21), di cui vantava capacità di protezione dalla rottura dei filamenti di Dna.

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