Da tempo i ricercatori stanno concentrando l’attenzione sulla correlazione tra fattori genetici e ambientali chiamati in causa nell’insorgenza del disturbo da alimentazione incontrollata o, come definito dagli anglosassoni, Binge eating disorder (Bed). L’ipotesi allo studio è che possano esserci dei polimorfismi genetici coinvolti nella fisiopatologia, ancora però tutti da chiarire, giacché emergono alcune evidenze ma gli studi dedicati sono ancora limitati. A mettere in fila quanto oggi disponibile in letteratura, un lavoro condotto dal dipartimento di Psicologia dell’Università di Roma "La Sapienza", pubblicato di recente su Nutrients. Ne abbiamo parlato con Lucia Manfredi, prima firma della ricerca.

Top
Questo sito utilizza i cookies, che consentono di ottimizzarne le prestazioni e di offrire una migliore esperienza all'utente. More details…